La criptomoneta di Facebook

La nuova moneta che un gruppo capitanato da Facebook si appresta a lanciare si chiamerà Libra ma le diffidenze stanno già crescendo giorno dopo giorno e negli USA ne chiedono già lo stop.

E’ progettata sulla blockchain ed è realizzata in partnership con Mastercard, Visa, Vodafone, Uber, eBay, Booking.com, Spotify, PayPal e altri, in un consorzio che al momento raggruppa 28 aziende del neo anarco-capitalismo americano.

Libra, secondo i supporters, non dovrebbe oscillare come i bitcoin poichè sarà agganciata a titoli e obbligazioni che ne dovrebbero ridurre la sua fluttuazione e per questo motivo molti la associano più ai JPM Coin di J.P. Morgan che ai bitcoin.
Il sistema dovrebbe avere una platea di utenti che supera i 5 miliardi di utenti di Facebook (Messenger), Instagram e WhatsApp, oltre a quelli di eBay, Spotify e Booking.com, ecc…. e che quindi, nelle intenzioni dei suoi promotori, dovrebbe diventare la moneta esclusiva degli scambi in digitale.

L’idea non è proprio nuovissima, non solo per la presenza oggi dei bitcoin e altri valori di scambio similari, ma perchè, almeno in linea generale, a me ricorda tanto il tentativo che fece Second Life con la sua moneta, i Linden Dollar (lanciati nel 2006 – erano necessari 260 Linden Dollar per avere un dollaro), che doveva alimentare l’economia di quell’ecosistema globale. Me lo ricorda perchè l’idea di avere tra le mani tante persone chiuse in uno stesso recinto (allora era un metaverso) alla fine incrementa strani appetiti. Credo che lo stesso sia stato per WeChat in Cina (ma anche in questo caso il legame con la valuta resta iprescindibile).

Probabilmente quello che pensò di fare Linden Lab potrebbe riuscire meglio a Zuckeberg e Co. per via di una maggiore apertura e facilità d’uso della sua piattaforma, oltre che per la numerorità degli utenti.
Certamente è un passo in più verso quell’immaginario anarco-capitalista che dall’inizio degli anni ’90 rappresenta la meta ambita di questi nuovi imprenditori in digitale e che risponderebbe alle domande e alle speranze che quell’anarco-economista von Hayek chiama “libertà di scegliere la moneta più consona” (“Denationalisation of Money”, 1990).