Se penso alla mia città nel futuro vedo una piccola città con prestazioni urbane altamente sviluppate, dove l’infrastruttura “forte” cede il passo a una più leggera e più ramificata.
Vedo una città non privatamente astratta, ma socialmente partecipata, con una rete fitta di relazioni che elevano la sommatoria delle proprie conoscenze.
In una sola parola vedo una città “intelligente”.
Quest’immagine, evidentemente, è così generalmente condivisa che l’Unione Europea ha messo a punto una particolare strategia per favorire la crescita urbana delle città “in senso intelligente”.
Nemmeno l’intelligenza di cui parla la UE è un concetto astratto, ma una precisa direzione di sviluppo per misurare il “quoziente urbano”. Il futuro smart va su binari precisi e la tecnologia è vitale, perché “permette a tutti i cittadini di interagire in modo trasversale e di auto-organizzarsi”.
In fondo, come ci ricorda Alberto Cottica, “le città sono il nostro futuro come specie”.
Del “perché l’innovazione e il digitale sono una grande occasione” si parlerà a Potenza, dal 14 al 16 febbraio, nel Teatro Stabile della città.
Il programma vedrà la partecipazione, a diversi livelli, di
Giuseppe Granieri,
Carlo Ratti,
Luca De Biase,
Stefano Maruzzi,
Giovanni Boccia Artieri,
Tullio De Mauro ,
Gianni Biondillo,
Derrick De Kerckhove.