Restaurant City (suggerimenti minimi)

Ultimo aggiornamento: dopo la manutenzione del 28/08/09,  Restaurant City ha aggiornato il gioco integrandolo con un “Herb Garden” (l’orticello da coltivare), con nuove pietanze nel menù e un numero maggiore di livelli.

Cosa degna di nota, a parte i livelli per quelli che stavano fermi da un po’, è propio l’orticello su cui è possibile piantare un seme dal 16° livello in poi. Ogni inseminatura costa 2.000 coins e purtroppo non è possibile sapere prima cosa è stato inseminato, bisognerà aspettare almeno la fioritura. Sicuramente dall’orto verranno fuori delle spezie utili in cucina, ma sarà un ulteriore impegno poichè bisognerà curarlo innaffiandolo (cliccandoci su) mediamente ogni nove ore, altrimenti si secca, ma niente paura, la pianta non muore ma rallenta la sua crescita.

herb garden

herb garden

il mio ristorantino

Chamboo Dinner
Restaurant City è un giochino della Playfish, una delle social games companies più attive in Facebook, a cui mi sono affezionato ultimamente. Prediligo i “giochini” semplici scaccia-pensieri con un minimo di implicazione graduale dell’impegno ma con il contemporaneo coinvolgimento degli amici del social.  Lo preferisco ad allevare un cuccioletto o coltivare un pezzetto di terra.

Con Restaurant City apri il tuo ristorante e inizi a impiegare i tuoi amici come cuochi, camerieri o addetti alle pulizie. Pian piano decori e personalizzi sia il locale che il menù da offrire ai clienti. Con la moneta che accumuli abbellisci il tuo locale o compri gli ingredienti della cucina (che però, trattandosi di un social, puoi anche scambiare con gli altri amici ristoratori).

La passione per il giochino mi ha portato a esaminarlo con una certa accuratezza e a ricercare qualche piccolo trucco (ma non cheat) per muoversi consapevolmente e crescere più agevolmente.

In ogni caso il regolamento completo del gioco sta qui !

Ecco, dunque, qualche piccolo consiglio di gioco.

I soldi
Guadagnerai soldi automaticamente ogni qual volta un cliente va via dopo aver mangiato, ma puoi guadagnarne anche raccogliendo la spazzatura (anche in altri ristoranti) o scuotendo gli alberi intorno al tuo ristorante (ciccandoci su) ma si tratta comunque di pochi spiccioli .

I tavoli
Non disponete i tavoli, all’interno del locale, lontani tra loro e/o lontani dalle cucine poiché i camerieri metteranno più tempo per servirli e rischierete che i clienti si stanchino e vadano via. Conviene mettere qualche sedia in più, senza tavolo, in modo che i clienti invece di abbandonare subito il locale si siedano in attesa del loro turno (ogni cliente che va via senza aver mangiato è un voto negativo per il vostro locale). In ogni caso dopo aver atteso un po’ il cliente se ne va comunque.

I dipendenti
Non fate scendere il livello degli addetti sotto l’80%, altrimenti lavoreranno di meno e male (e scende la vostra reputazione).  Alzate ogni volta il loro livello dandogli da mangiare, oppure mettendoli a riposare.
Potete assumere un collaboratore dopo esser cresciuti di livello e quando l’icona della lente di ingrandimento lo indicherà (allora potrete scegliere tra gli amici di FB cliccando su Hire).  Per licenziare un addetto basterà selezionare l’avatar e cliccare su Sack, ovviamente bisognerà pagargli una buona uscita di 200 coins.

I wc
Dall’8° livello in poi conviene costruire almeno un wc, vi farà ottenere punti esperienza dopo che ogni cliente l’avrà usato.

Restaurant City

l’interno di Chamboo Dinner

Gli ingredienti
Ovviamente in un ristorante si preparano piatti e per cucinarli necessitano gli ingredienti, ergo bisogna ottenerli. Otterrete un ingrediente omaggio al giorno quando farete il login, e anche rispondendo esattamente al
quiz che una volta al giorno il gioco vi proporrà all’interno della vostra casella postale. Ecco, per esempio, alcune delle domande che potreste ritrovarvi di fronte:

D: Agar is a gelatinous substance derived from what?
R: Seaweed
D: Bechamel sauce is also known as…
R: White Sauce
D: To blanch a vegetable, means to?
R: Boil and Cool off quickly
D: Calamari is fried?
R: Squid
D: What is a Calzone?
R: A turnover made of pizza dough
D: In which restaurant would you typically find Calzone?
R: Italian.

Qui c’è un elenco completo di tutte le domande.

Oltre a comprarli, ma sono troppo cari, potete ottenere un ingrediente gratis quando visitate per la prima volta il ristorante di un amico e quindi: più amici avrete nel gioco più ingredienti potrete collezionare.  E’ normale che il meccanismo social tenda a farvi invitare i vostri amici a unirsi al gioco, ma se non volete spammare tutti i vostri contatti potete iscrivervi a uno dei tanti gruppi denominati “Restaurant City” e lì o aggiungete tutti quelli che volete oppure lasciate il messaggio “add me” nella bacheca del gruppo. Per praticità e per non riempirvi la lista di amici di perfetti sconosciuti, vi suggerisco di crearvi un’apposita lista di amici, che potete denominare “Restaurant City“, così una volta ottenuto il bonus potete tranquillamente svuotare la lista di tutti questi “amici di comodo”.
Vi conviene, inoltre, lasciare un po’ di ingredienti senza il lucchetto, eccetto quelli che vi servono per i piatti da aumentare di livello,  in modo da favorire lo scambio con i vostri visitatori. Ricordate che se tenete sempre tutti gli ingredienti con il lucchetto alla lunga nessuno verrà a trovarvi.

Scambiare gli ingredienti
Entrate nel ristorante di un tuo amico e cliccate sull’icona Trade Ingredients, qui potrete gestire il vostro scambio.
Gli ingredienti oggetto di scambio compariranno nel menu degli scambi. Scegliete l’ingrediente che vi serve e offrite quello che volete ma ricordate che potrete scambiare soltanto ingredienti a parità di stelline oppure offrendone uno con qualche stellina in più.

I livelli di un di piatto
Ogni volta riuscite ad aumentare il livello di un piatto, aumentate anche la percentuale di guadagno in “Gourmet Points” nel momento in cui un cliente sceglie quel piatto (il rapporto è 0,2 punti per ogni livello).
Per aumentare il livello di un piatto avrete bisogno di tutti gli ingredienti che quel piatto richiede. Quando li avrete ottenuti potete premere su Change Menu e poi selezionare Learn sotto il piatto scelto.
Per incrementare il livello di un piatto serviranno nuovamente gli stessi ingredienti, selezionate Change Menu, cercate il piatto che desiderate aumentare di livello, e premete su Level Up.

Il dispenser di bibite
E’ utile soltanto dopo il 15° livello perchè solo allora i clienti chiederanno anche da bere. Ma ricordate che anche questi dispenser saranno utilizzati dai camerieri allo stesso modo delle pietanze, quindi disponeteli allo stesso modo delle cucine.

Le sedie
Potete lasciare all’interno del locale alcune sedie, senza tavolo, dove i vostri clienti potranno aspettare il proprio turno. Vi conviene metterle lontano dall’ingresso e con un percorso obbligato in modo da far “perdere tempo” ai nuovi avventori. Inoltre se potete spendere almeno 8.000 coins conviene installare anche una “Arcade Machine” così qualche cliente in attesa si intratterà giocando e andrà via senza darvi un giudizio negativo.

Il numero di piatti che potete servire
Il numero di piattiche sarete in grado di offrire alla vostra clientela dipenderà dal livello che avrete raggiunto, perciò tenete a mente questa piccola regola:

Livello 1 – 10      =   1 piatto
Livello 11- 200 =   2 piatti
Livello 21 – 27   =   3 piatti

La Popularity
Se non seguite più il gioco, non lasciatelo attivo perchè il vostri addetti si stancheranno fino a non lavorare più (si adageranno sul pavimento stremati) e la vostra popolarità calerà a picco per via dei clienti che entrando nel ristorante e uscendo senza aver mangiato vi lasceranno un voto negativo. Quindi, quando vi siete stancati di giocare, andate in Recordate (l’icona della sedia),  bloccate la porta di ingresso al ristorante con qualsiasi cosa (una sedia, una pianta, un tavolo, o una qualsiasi suppellettile) in modo da impedire ai clienti di entrare, mettete tutti i dipendenti a dormire e poi salvate il gioco prima di uscire.

La Random Street. Se entrate nella Random Street potrete visitare e votare gli altri ristoranti (per votare dovete entrare all’interno del ristorante e cliccare sull’icona con la manina e le stelline).  Se volete essere votati anche voi e aumentare il numero di stelline  sotto il “Gourmet Points”,  dovete accettare il disclaimer (icona di una mano con cartellina) “Join Gourmet Club“.

Significato delle icone mostrate dai clienti:

pollice verde = soddisfatto del cibo e del servizio;
pollice rosso = non soddisfatto del servizio;
sedia = non ci sono posti disponibili;
tavolo = il cliente ha un posto a sedere ma è in attesa di un tavolo disponibile;
orologio = il servizio è troppo lento.

Infine, se volete, potete cambiate il nome del vostro ristorante scrivendo ogni volta l’ingrediente che vi manca, per segnalare a tutti gli amici che passano per la street di quale ingrediente avete bisogno.  E’ una maniera molto drastica ma abbastanza pratica che molti adottano.

Se nel tempo mi verranno in mente ulteriori suggerimenti avrò cura di aggiornare questo post, ma anche voi potrete collaborare con i vostri commenti.

:)

Jailbreking dell'iPhone

Cos’è il  “jailbreaking” ?

Letteralmente significa  “rompere le catene”, dunque liberare il proprio apparecchio, nel nostro caso l’iPhone, dai blocchi imposti da Apple, per poter installare applicazioni a piacimento anche quelle “non  originali” (mentre la Apple spiega in questo documentoperchè non bisogna farlo).

Ovviamente non sono completamente d’accordo con le case costruttrici quando impongono legami che instaurano un nuovo tipo di proprietà. Personalmente preferirei essere l’unico e universale proprietario di un oggetto una volta acquistato, pagato e portato via, ma questo è un ragionamento che andrebbe sviluppato più ampiamente che adesso ci porterebbe lontano.

Quello che qui mi preme sottolineare e che va oltre i rimbrotti difensivi che in genere le software house mettono in campo per  salvare il proprio guadagno (comprese le strategie di comunicazione di tipo allarmistico), è questo:  fate quel che volete del vostro iPhone, è vostro e nessuno deve imporvi nulla. E’ vostro e potete spacchettarlo, liberarlo o anche lanciarlo dal decimo piano soltanto per vedere che effetto fa quanto si schianta al suolo.  Ok?

il 2013 prossimo venturo

Punto Informatico riporta le analisi di Forrester research secondo cui, approssimativamente, entro il 2013 saremo tutti on line.

I paesi emergenti emergeranno e quelli arretrati avanzeranno.

Vecchie parole come “digital divide” verranno cancellate dal vocabolario.

Anche laddove non sarà possibile creare un’infrastruttura il segnale verrà distribuito con le con autobotti, le stesse che trasportano l’acqua.

Certo, di ‘acqua ce ne sarà un po’ di meno ma che volete, qualche sacrificio bisognerà pur farlo.

Italia punto (e a capo) it

Dopo la morte del vecchio “portale” era normale pensare che qualcosa dovesse muoversi e che qualcosa bollisse in pentola.  Infatti ieri su FriendFeed in tanti hanno visitato il nuovo sito  istituzionale di Italia.it (o Italy.it) rilasciando commenti e impressioni della prima ora. C’era anche un gruppo già pronto ad analizzarne i contenuti. Purtroppo tutta l’attesa si è spenta in una veloce occhiata a quelle “brutte” pagine per capire che al peggio non c’è mai fine.

A me quel sito ha suscitato un senso di déjà vu.  La sensazione che certe teste non avrebbero potuto fare di meglio e che la deriva è completa.

Ma se non vi accontentate della visita diretta e volete capirne di più, leggete questo bel post di Dario Salvelli che basta e avanza.

Come dire:    bleah !

Ma Technorati serve?

Come diceva Totò: “la serva serve” e così pure Technorati serve, o meglio serviva.

Twittorati

Twittorati

Fino a poco tempo fa tutti i blogger, oltre a  “misurarsi il proprio rank“, erano “obbligati” a passare per questa enciclopedia del tag, per fare le proprie ricerche e per dare uno sguardo alla classifica dei blog più popolari.  Poi pian piano lo strumento è stato sostituito dall’efficiente Google. Oggi che (almeno per il momento) la battaglia della ricerca sembra sia incanalata grossolanamente in tre direzioni (bolla o non bolla): twitter, friendfeed e facebook, ecco che Technorati  lancia Twittorati dove i migliori blog lasciano il posto ai twitt.

Ma servirà ? Si, forse per poco tempo, o quantomeno fino a quando Google non si risveglia.

Iran will never forget you

Il movimento di protesta verso i risultati elettorali del 12 giugno in Iran sta coinvolgento tutto il mondo on-line.  Dai blog,  ai  socialnetwork  per finire agli artisti si chiede l’annullamento del voto.

Insomma (anche stavolta) per fortuna che la rete c’è e che i citizen media funzionano.

artpo21

Neda

Quell'oscuro mondo virtuale dove l'umanità decresce

Mentre leggo “Umanità accrescita” di Giuseppe, inciampo in una pagina de “La Gazzetta del Mezzogiorno”  dedicata a una scuola superiore di Acerenza (PZ), dove in un paio di articoli si racconta, con estrema semplicità, la natura maligna e “oscura” dei mondi virtuali (o metaforici).

Il filo conduttore che unisce gli articoli scritti dai ragazzi dell’ITC di Acerenza è il racconto di una umanità che “decresce” all’interno della rete e delle esperienze “virtuali”.

Questa “umanità decrescente” (così com’é probabilmente abbarbicata nella mente di qualche insegnante) è rudemente e approssimativamente descritta come “generazione in oblio”,  perennemente in tentazione e in pericolo  di completa perdizione.  La retorica si spreca e più che di ignoranza (o inconoscenza, come direbbe un amico) si tratta di una formazione culturale tardo-cattolica che ha sempre fatto della “caccia alle streghe” la corazzata invincibile:

«entrando in diretto contatto con le innovazioni, ci si rende conto che non sempre se ne traggono benefici».

Come si fa a raccontare un mondo non conoscendolo affatto ?

Sarebbe bastato che l’insegnante avesse chiesto ai propri alunni: “quanti di voi conoscono e usano un videogioco ?”, per spalancare le porte di un mondo a lui sconosciuto; un “mondo nuovo”,  da esplorare, dove quei ragazzi sarebbero stati insegnanti,  di umanità e di tanto altro ancora.

Ma il professore che ha perso quest’occasione si può consolare e dannarsi perchè «questo micro monitor ci apre una finestra su di un macro (macabro) mondo, che per l’abissale spazio ci spaventa».

MateraCamp 2009

Il MateraCamp è la “non-conferenza”  dei blogger e della rete lucana.

mc-badge

Quest’anno il tema conduttore è legato all’economia e ai modelli di business nella rete e recita così: “come il web e la tecnologia possono aiutare l’economia a sconfiggere la crisi.”

Nella lista di interventi che trovate sul wiki, io vi segnalo quello di Lorenza e del gruppo degli scrittori collettivi in Second Life, che presenteranno il progetto di romanzo collettivo “La torre di Asian“.

Ricordatevi,  l’appuntamento è per sabato 2 maggio 2009 dalle 10,00 alle 18,00 presso la Mediateca Provinciale di Matera in Piazza Vittorio Veneto.

La vittoria del carciofo

Ne avevamo già parlato quiqui e oggi, dopo il voto contrario (21 contro 15) dell’Assemblée Nationale francese,  la legge contro il P2P voluta fortemente da Sarkozy,  è stata bocciata in modo abbastanza sonoro.

Anche se il risultato è momentaneo è comunque una vittoria per i cittadini francesi e le libertà civili contro gli interessi delle corporazioni:

« Il s’agit d’une formidable victoire pour les citoyens. Ce vote leur prouve qu’il est encore possible de se faire entendre. C’est un fantastique exemple de l’utilisation du Net pour contrer ceux qui tentent de le contrôler. Les libertés individuelles n’auront finalement pas été sacrifiées pour tenter de préserver les intérêts corporatistes de quelques industries obsolètes. La loi HADOPI a été enterrée plus tôt que prévu. »

Con queste parole Jérémie Zimmermann (co-fondatore e portavoce di “La Quadrature du Net”, il sito che in Francia si occupa, fondamentalmente, di informare i cittadini sui progetti di legge che minano le libertà individuali e collettive) ha espresso grande soddisfazione per il risultato raggiunto.

La Quadrature du Net, che ha agitato la rete francese ed europea contro la proposta di legge (un gruppo su Facebook e  una mobilitazione con il carciofo in pugno il primo aprile a Parigi) invita tutti i cittadini a non abbassare la guardia perchè  Sarkozy ha già annunciato che una nuova e identica legge vedrà la luce nei prossimi giorni.

Unico nota degna di rilievo è che in tutto questo tempo la rete italiana si è interessata poco della questione.

iPhone 3.0

Si, se ne parla, anche molto, quindi vuol dire che la campagna di lancio è iniziata bene e se ancora non conoscete tutte le novità del nuovo firmware per l’iPhone potete trovare qui quanto basta e avanza.

In giro, ovviamente, c’è una beta  e chi l’ha provata conferma in qualche modo il mio sospetto: Apple cerca di far somigliare il proprio iPhone sempre di più a un telefonino.

Perchè acquistai l’iPhone ? Un po’ perchè in quel periodo ero alla ricerca di un nuovo telefono poichè il mio mi aveva letteralmente abbandonato e il desiderio di uno smartphone era molto forte. Passai dunque al setaccio tutto ciò che il mercato offriva in quel momento dividendoli, all’inizio, per S.O.:

Symbian, il più diffuso grazie Nokia e poi Palm, Windows (Pocket PC e Mobile Smartphone), BlackBerry,BREW e Linux.

Ma nella ricerca mi colpì anche il neonato di casa Apple che, a metà strada tra un iPod, un telefono e un palmare stuzzicò la mia fantasia.  Nello stesso periodo lo stesso dubbio assilava Giovy il quale dal blog lanciava  riflessioni utili proprio a chi, come me, viveva il “bilico” come stagnazione. Quale occasione migliore che bombardare di richieste uno come Giovy (che, bisogna dirlo, le cose le fa con i piedi per terra).

Ecco la decisione finale, lo compro… ma aspetto che arrivi quello bianco perchè “fa più Apple”

myiphone

Alla fine l’acquistai, forse, proprio perchè  era un po’ meno telefono, nel senso che gli mancavano gran parte di quelle funzioni che lo potessero definire tale.

Ma adesso il nuovo firmware glie le aggiunge tutte… sarà meglio ? sarà peggio ? boh…  Ma tanto, poi, è già pronto il 4G.

Dove vanno i blog?

Ma dove vanno i marinai
con le loro giubbe bianche
sempre in cerca di una rissa o di un bazar…

In un commento a un post precedente l’amico Antonio mi diceva che Facebook oramai sta affossando i blog. In verità è un’opinione abbastanza diffusa e molti amici hanno la stessa impressione (anche la mia cara prof. aveva gli stessi dubbi).

Io continuo a ripetere che Facebook, in quanto social network, svolge un ruolo diverso e migliore dei blog e se ne assottiglia un po’ lo fa soltanto nella direzione di quelli tenuti in piedi da “curatori estemporanei”.

Probabilmente il blog non è mai diventata una vera e propria moda e questo, credo, sia stata la sua vera fortuna.

Sicuramente il futuro prossimo ci vedrà impegnati in strumenti e sistemi diversi, probabilemnte transcomunicanti  ma angoli del tutto autonomi di gestione credo che difficilmente spariranno. Dunque il terreno del blog può rimanere fertile caratterizzandosi, come del resto stanno già facendo la maggior parte, più per l’approfondimento e la lunga meditazione che per l’aggiornamento pressante di questi ultimi anni.

Se prima bisognava scrivere uno o due pezzi al giorno per mantenere, se non accrescere, la fidelizzazione al proprio blog, oggi questo non è più necessario. Già con gli RSS, con i vari socialnetwork, i microblogging e  iltumblr i compiti e gli spazi del blog si erano via via sistematizzati. Da ambiente di scrittura “generico” a trecentosessanta gradi (con slanci a volte portalistici)  era divenuto, abbastanza velocemente, un luogo di interessi sempre più specifici. Adesso, a maggior ragione, tutta l’euforia da incipit, da chiacchiericcio e da rimbalzo (e tutta la passione per la condivisione) può essere incanalata in Facebook che questo lo fa veramente veramente molto bene.

L’esempio di questa tendenza, all’approfondire, ci viene dai carcerati per i quali curare un blog sta diventando il nuovo modo di comunicare con l’esterno, almeno stando a quel che dice Sam Stanfield.

Insomma, il blog ha lentamente spento il motore e naviga a vela: è più silenzioso, ha meno “nodi”  a disposizione,  fa meno miglia, ma in compenso ci vogliono buone braccia e tanta fatica per farlo andare avanti.

Perdonate la metafora ma mi serviva per ricollegarmi alle parole della canzone di Dalla citata all’inizio e anche per rilanciare la palla ad amici più esperti di me dei quali sarei felice (ma più curioso) di conoscere la loro opinione.

:)