Scrivere e rileggere

Inizio di anno e impegni per il futuro: più che fare un report del cos’é stato vorrei tentare un’arrampicata sul cosa sarà il mio impegno futuro su questo blog, anche perché il dominio l’ho già rinnovato e quindi qualcosa dovrò pure inventarmi.

Scrivo da un bel po’ di anni ma sempre con il difetto dell’incostanza (tendo ad annoiarmi in assenza di nuovi stimoli) e i post su questo blog ne sono una testimonianza lampante.

Perché è un difetto l’incostanza? Perché se si vogliono raggiungere obiettivi sicuri bisogna perseverare in costanza di argomenti. Ad esempio tra i blogger che conosco hanno avuto un qualche successo quelli che tenacemente hanno seguito una linea dritta, ovvero: si sono specializzati in qualcosa (mettendo a frutto una qualsiasi esperienza o formazione pregressa) e ne hanno fatto il loro argomento (macro o micro a seconda della materia) principale. Ne hanno parlato in continuazione e dappertutto, alcuni al limite dello spamming, ma fondamentalmente con un numero abbastanza alto di post. Hanno saputo pazientare fino ad essere riconosciuti come “esperti di” (da chi, adesso non è importante).

Anche il non amare le correzioni è un difetto non da poco.  Io, per esempio, fino a qualche anno fa non sopportavo quasi nessun tipo di revisione, soprattutto quelle di sostanza; anzi pensavo che addirittura sottraessero valore ai contenuti. Ovviamente mi sbagliavo e ho imparato,  col tempo, ad accettare le correzioni, eppure continuo a non autocorreggermi.

Qualche tempo fa incontrai un mio vecchio amico che lavorava come curatore editoriale per una casa editrice.  In breve tempo, davanti a un caffé, mi raccontò il suo mestiere con esempi esplicativi che mi fornissero un’idea del significato di “correzione”.  Anche se il senso fu molto ampio, poiché abbracciava tutto lo scrivibile: dallo stile, all’ordine, al taglio, allo snellimento, alla riscrittura, capii quanto fosse essenziale non solo saper scrivere ma soprattutto sapersi rileggere accuratamente.  Allora, quasi per scherzo, gli chiedi di guardare il mio blog (che ovviamente non conosceva), per averne un giudizio esperto sulla mia scrittura. Mi rispose via e-mail qualche tempo dopo con una “sintetica e fredda valutazione”, che diceva, più o meno, così: ” i post sono ben scritti, non manca la fantasia e sono spesso conditi con un certo sense of  humor;  sintatticamente si tende alla ridondanza con un uso eccessivo di avverbi”.  Poi concludeva dicendo che non avrei dovuto preoccuparmi eccessivamente anche se sarebbe stato opportuno uno sforzo maggiore nella rilettura, ma che, in ogni caso, stavo ben al di sopra della maggior parte degli autori che lui correggeva.

Non so ancora bene quanto quel giudizio fosse positivo o negativo ma, come diceva Stephen King, “l’editor ha sempre ragione” e quindi mi son promesso di far tesoro di quei consigli nel prossimo futuro.

Siccome ogni tanto mi capita di interrogarmi sul “che fare” di questo mio spazio non posso far altro che riconfermare il senso del mio blog come un luogo dove continuo a scrivere, più o meno,  improvvisatamente (“a ruota libera”) e con poca correzione.  Manca un argomento portante che possa caratterizzarlo e farlo emergere in forma matura dal modello di diario personale.  Ecco, questo potrebbe essere un buon proposito per il 2012, ma forse anche per il 2013…  chissà.