La notte del 19 novembre la statua di San Gerardo, posta in un tempietto nel centro storico di Potenza, viene “profanata” da ignoti vandali che sradicano il bastone in ferro-battuto dalla mano della statua e lo buttano nella sottostante via del Popolo.
Il giorno seguente leggo la notizia sulla stampa locale e nel pensare agli atti vandalici che accadono ogni sabato notte, soprattutto nel centro cittadino, li collego, mentalmente, ai soliti giovani brilli che si divertono con tutto quello che capita.
Qualcuno che dice “ma si, so’ ragazzi…” lo si trova sempre ma questo, ovviamente, non diminuisce la gravità dell’intolleranza che traspare da atti del genere, sia che si tratti di un’effige religiosa che di un’auto parcheggiata (dipende spesso solo dalla “vicinanza” del soggetto con l’oggetto danneggiato).
Come si pongono i giornali di fronte a questo tipo di notizie ? Come si rapportano a questi atti di palese intolleranza sociale?
Grossolanamente in un solo modo: redigono le loro consuete righe di cronaca e spesso gridano al sacrilegio con un coro da tragedia attica, non rinunciando anche a qualche tinta sociologica di passaggio. Sostanzialmente lo sfondo unanime è quello etico-morale di ammonimento e richiamo.
Ma c’è chi ha fatto di più; c’è chi ha risposto con l’intolleranza all’intolleranza; c’è chi ha indossato la mimetica da soldatino ed è sceso nella battaglia.
Il telegiornale RAI di Basilicata nel servizio del 21 novembre (che qui sotto potete guardare e ascoltare) dopo l’accorata indignazione in stile “radiomaria” lancia l’avvertimento vendicativo attraverso le parole finali di una canzone popolare (“San Gerarde protettore, de Putenza generale: gnara piglià lu male a chi l’hadda desprezzà” – Un brutto male colpirà chi avrà disprezzato San Gerardo).
Insomma ragazzi state attenti, scherzate con i fanti altrimenti…. à la guerre comme à la guerre!