Le associazioni dei consumatori invitano tutti i cittadini a non acquistare tutti quei prodotti che hanno subito un gravoso aumento di prezzo (rispetto a un anno fa il prezzo della pasta è aumentato del 26%, il pane del 16%, pollo e patate oltre il 40%) per giovedì 18.
Si chiede inoltre “una tariffa sociale elettrica estesa anche al gas e l’Iva sul gas metano al 10% anche per il riscaldamento, sanzioni per le scuole e gli insegnanti che non rispettano il tetto di spesa previsto dalla legge, cartellini “antispeculazione” che indichino il prezzo di vendita al dettaglio accanto a quello finale, un meccanismo che obblighi le società petrolifere ad adeguare il prezzo della benzina alla discesa dei prezzi del greggio, non solo ai rincari, la riduzione delle accise da tempo promessa dal governo. E ancora: un recupero fiscale (con detrazioni o bonus) per almeno 300 euro a famiglia, delle maggior tasse che le famiglie stanno pagando per via dell’inflazione.
Secondo il dossier preparato dalle associazioni, gli aumenti comporteranno un aumento medio di € 617 a famiglia:
Raddoppiate le spese per la manutenzione, per i mutui se a tasso variabile, e per l’ICI (€ 49 al mese in più pari a € 588 annui).
Allora il 18 si protesta e si invita il presidente del Consiglio ad adottare provvedimenti in difesa del potere d’acquisto (i consumi sono scesi del 3-4%, mentre l’inflazione reale è ben più del 4,1% e si appresta a salire intorno all’8%) e a prevedere misure sanzionatorie laddove sono evidenti le speculazioni, come per gli aumenti di pane e pasta.
Si aggiunga anche una utilissima sospensione di 3 ore dell’utilizzo del telefonino, così come proposto da un forum di Kataweb, per inviare un segnale forte alle compagnie telefoniche che proprio in questi giorni stanno mettendo mano, unilateralmente, alle tariffe.