Ora pro Apple

Se ti appassioni alla religione, nel senso che ne studi un po’ la storia e l’evoluzione, ti rendi conto che la sua base logica si sposta, si modella, si mimetizza in funzione della cultura dominante delle comunità riuscendo a mantenere fermo il suo peso “irrazionale”.  L’uomo religioso, l’uomo credente, è colui che accetta che le scienze gli mostrino il mondo presente e il futuro prossimo (anche se in contrasto con la propria fede) ma non quello ultimo, ed è questa la sua forza: immaginare, pensare a un mondo di cui nessuna scienza può parlare.  Ecco perché siamo invasi da fedi a 360 gradi: amiamo il cibo, tifiamo per una squadra e viviamo di passioni sfrenate per gli oggetti; addirittura un 3% di scienziati si professa credente  (non ricordo quale scienziato aveva detto che non si meravigliava del  fatto che la maggioranza delle persone fossero religiose, mi il fatto che lo erano quel 3%). Non conosco la percentuale di religiosi tra i geek o tra i semplici appassionati di tecnologia ma di certo la Apple è un grande tempio e i suoi fanboy non guardano neanche più alle caratteristiche tecniche del prodotto ma si limitano ad apprezzarne quasi esclusivamente l’involucro.  Solo un uomo religioso può capire ed apprezzare Apple e che questa religione sia sottile e infingarda ce lo dimostra un solido e apprezzato commentatore tecnologico che mette da parte un 80% di “cosucce” che stanno al di là di un iPhone  per salvarne un 20 fatto di “design e immediatezza”.

Insomma, se non fossimo di fronte a un fenomeno religioso faticherei non poco a trovare il bandolo della matassa.

🙂