Bertrand Russell, nella sua Storia della filosofia occidentale, racconta che Pitagora aveva delle particolari credenze intorno alle fave, ai galli bianchi, al pane, ai boccali e alle rondini. Se sia stato un campo di fave a procurargli la morte, non lo sappiamo ma è certo che sia stato a Metaponto, in quella che sarà definita Magna Grecia.
Tutto questo per dire che in Basilicata si possono rincorrere anche storie come questa o come quelle raccontate nel documentario “Dalla terra alla Luna” di Liberascienza, presentato nel Centro Cecilia di Tito.
Dalla terra alla Luna
E’ un breve filmato che, oltre a ispirarsi a Verne e a Méliès, ha come unico scopo quello di intrecciare storie di scienza e turismo lucano: di dimostrare che la scienza è un modo di raccontare un territorio; un modo singolare e affascinante di narrare la terra e forse anche la Luna.
In mezzora Vania Cauzillo (regista del documentario) e Pierluigi Argoneto (autore/attore e presidente di Liberascienza) provano a dare un assaggio di come si può attraversare la Basilicata inseguendo e raccontando quei luoghi che hanno visto nascere idee e teorie scientifiche.
Sono racconti spesso sconosciuti o mai narrati, che fanno emergere curiosità interessanti sul rapporto che lega la terna pitagorica a Metaponto; la sprirale logaritmica al castello di Lagopesole; Leonardo Fibonacci al castello di Melfi; oppure la Luna con Sasso di Castalda e con Matera.
Ho trovato il corto “Dalla terra alla Luna” (anche se realizzato “artigianalmente”) ben strutturato nel suo racconto e con delle ottime animazioni grafiche che accompagnano didatticamente le scene.
Una perplessità, però, mi ha accompagnato per tutta la mezzora del filmato: perché scegliere il racconto di una ragazza che deve partire per andare all’università fuori della Basilicata?
Ah si, un’altra perplessità c’é…. ma ancora si usa fare presentazioni riservando le prime file per le personalità politiche?