C’è un signore, un contatto, un conoscente della rete, chiamatelo come volete, che qualche giorno fa, in una e-mail, mi ha chiesto la differenza tra social network e metaverso, tra Facebook e SecondLife. “Ma in poche parole”, mi ha ammonito, “di che mondi parliamo?”.
Per tirare fuori una definizione che scaturisca soltanto dalle differenze non è difficile, una definizione stabile, valida per tutti i livelli o strati di conoscenze-competenze è cosa un pò più ardua. Per dirla in soldoni, io saprei spiegare la differenza, alla grossa, tra mondi diversi come per esempio tra un God Games e un MMORPG, perchè ci ho giocato per anni (un po’ di più ai primi) e li ho anche studiati; ma se volessi confrontarmi con mio figlio soltanto su alcune famiglie dei secondi, anche soltanto tra Warhammer on line e World of Warcraft, rimarrei sconfitto dalle sue competenze più specifiche e quindi le mie conoscenze, di un livello più grossolano, servirebbero a poco (anche se potrebbero servire a chi non sa proprio cosa siano questi mondi).
A me è successa la stessa cosa quando sono andato ad un incontro con Galiberti al campus dell’università di Potenza. Sono rimasto, affascinato, ad ascoltarlo per un’ora fin quando una professoressa-mamma del liceo che ospitava la manifestazione, ha chiesto al filosofo un parere sul complicato rapporto giovani e internet. Le risposte di Galimberti, da quel momento in poi, mi sonno apparse banali, scontate e fin troppo approssimative.
Questo non per “buttare le mani avanti” (per non cadere), come si suol dire dalle mie parti, ma semplicemete per esprimere la difficoltà nell’esprimere concetti (che di per se sono astratti) che escano dalla banalità e poco permeabilità, quando non si conosce con una buona profondità l’oggetto di cui si parla.
Dunque l’unica risposta che ho deciso di dare all’amico è quella che proviene dai miei studi di questi ultimi tempi ed è la differenza che intercorre tra mondo persistente e mondo elastico (quest’ultima definizione l’ho inventata adesso come concetto opposto al primo).
Un mondo persistente è qualcosa di sempre attivo 24 ore su 24, che esiste e continui a farlo anche quando noi non ci siamo o non lo guardiamo (non considerando per un attimo il senso di “persistent” come mondo con mappa contigua che ha certamentea che fare con il metaverso). Second Life, ad esempio, è un mondo persistente nel senso che è sempre lì. Quando il mio avatar attraversa una qualsiasi land, quel mondo è lì, che sia presente o meno il suo creatore, che sia tra i mei contatti o meno, quel mondo resta li e io posso, relativamente, usarlo anche solo guardandolo dall’alto, anche se non ho la più pallida idea di chi sia l’autore/creatore.
Un mondo elastico, invece, è un mondo che dipende dalla presenza dell’utente tra i miei contatti/amici. Facebook è un mondo elastico nel senso che quel mondo assume la forma del numero di utenti che fanno parte dei miei contatti. Come utente appena registrato ho, in potenza, la possibilità di contattare milioni di persone e fare in modo che questo mondo diventi lungo e largo, ma potrei anche restare con i miei quattro contatti e tenermelo stretto e corto come se facessi una chiacchierata sul pianerottolo del mio palazzo.
Dunquela la potenza di Second Life può prescindere dall’essere amico o meno di altri utenti, quella di Facebook dipende dal numero di utenti/amici.
Lo so che ho affettato concetti con l’accetta ma è la prima cosa che m’è venuta in mente filtrando, a caldo, gli stimoli provenienti dalla percezione di questi mondi attraverso l’esperienza di utilizzo (in modo che poterli rappresentare con meno astrazione).