Presentazione di Agoravox Italia

Fare giornalismo partecipativo significa vedere la notizia dal punto di vista del lettore, il quale diventa parte integrante del sistema informativo. Il primo esempio di giornalismo partecipativo in Italia è certamente AgoraVox(a cui modestamente partecipo) che sarà presentato ufficialmente venerdì 3 ottobre alle ore 11.00 presso il Nuovo Cinema Aquila a Roma.

L’ideatore di AgoraVox, Carlo Revelli e il project manager, Francesco Piccinini, presenteranno questo progetto alla stampa, ai blogger e a tutti coloro che credono in un’informazione libera. E sarà l’occasione per presentare la prima inchiesta partecipativa italiana.

Arnaldo Capezzuto, tenace giornalista napoletano, presenterà, infatti, un’inchiesta su: Camorra e Rifiuti. La prima inchiesta partecipativa mai realizzata in Italia, con materiali inediti e testimonianze mai apparse sulla stampa nazionale, a cui hanno collaborato anche “normali” cittadini con contributi scritti, foto e video. Un’inchiesta lunga e complessa, perché AgoraVox ha cercato di ricostruire 18 anni di connivenze. Un puzzle che messo insieme disegna una Campania terra di conquista.

Sul palco anche Pino Maniaci, giornalista antimafia e Giulio Cavalli (attore minacciato dalla mafia), i quali faranno una puntata di Radio Mafiopoli, una trasmissione radio sullo stile di Radio Aut di Peppino Impastato. I cittadini presenti potranno intervenire in diretta e contribuire alla trasmissione. AgoraVox e Pino Maniaci hanno iniziato una collaborazione su un’altra inchiesta che vedrà la luce nel 2009.
AgoraVox Italia vuole essere, e all’estero già lo è, un giornale che tratti le notizie da un punto di vista differente da quello mainstream.
La rivoluzionarietà di AgoraVox è soprattutto nella nuova concezione del ruolo del giornalista. In un saggio sulla comunicazione di qualche anno fa, Giovanni Valentini riassumeva alla perfezione questa idea: “la graduatoria (delle notizie) non la stabilisce più il giornalista bensì il lettore, non più chi produce e fornisce le notizie, bensì chi le richiede e le riceve”. È il lettore che diventa parte integrante del sistema informativo.
Ed è per questo motivo che AgoraVox è aperto a tutti coloro che abbiano qualcosa da dire.

D'avanzo un Travaglio?

Ma che belle pagine gustose ti riserva un quotidiano, ogni tanto. E il caso di “La Repubblica” che il 13 maggio pubblica un articolo di Giuseppe D’Avanzo il quale si affanna a spiegare perchè, dopo le accuse di Travaglio a Schifani nella trasmissione “Che tempo che fa”, non bisogna stare (o credere) nè con l’uno e nè con l’altro (in medio stat virtus). Oggi lo stesso giornale pubblica un articolo dettagliato di Travaglio ove questi si difende con “dati alla mano” (rimadando al suo blog per una verifica effettiva delle “carte”).

Che cosa è tutto questo ? Un esercizio di democrazia interna ? Una cosa è certa, non abbiamo a che fare con un “diritto di replica” dal momento che i due sono entrambi giornalisti (chi a tempo pieno chi meno) di “La Repubblica” e dunque siamo nel pieno di una polemica (al di là dei contenuti) interna al giornale.
A chi crede il lettore di “La Repubblica” ? A D’Avanzo o a Travaglio ?
E il Direttore responsabile con chi sta ? Quale linea segue questo quotidiano nazionale ?

Allora mi è venuto un sospetto che “La Repubblica”-giornale stia sperimentando il giornale-Repubblica, cioè la stampa democratica, rappresentativa, abbandonando il “centralismo” democratico che aveva regnato fino a ieri.
Chissà quando potremo vedere le primarie: con una tessera da “lettore-quotidiano” si potranno votare i componeti della redazione, del comitato e anche il direttore e poi tutti a congresso a festeggiare il gruppo vincente. Ma la minoranza verrà sempre rappresentata.