Agglutination metal lucania festival

Si può raccontare qualcosa che si conosce poco di cui qualcuno te ne ha parlato così bene ? Si, ed è proprio questo il caso.

Mio filgio ha paretecipato, sabato 9 agosto, a Sant’Arcangelo alla quattordicesima edizione dell’Agglutination metal festival.

Un incontro nato una decina d’anni fa (prima a Chiaromonte)come rassegna di gruppi emergenti del Rock-Metal, è diventato un appuntamento fondamentale, e fisso, del genere per tutto il centro-sud.

Coso del biglietto venti euro e, sempre a detta di mio figlio, orgnanizzazione assolutamente migliorabile sia per la logistica (sembra che le bottigliette d’acqua siano finite quasi subito – ma non so se questo era un trucco per vendere bevande più costose) che per l’alternarsi dei gruppi (ma questo credo che sia quasi naturale quando sul palco debbono avvicendarsi più gruppi).

Per il resto tanta buona musica, tanto metal a tutto spiano.

Ecco tutti i gruppi partecipanti: NEFERTUMDENIEDSAVIOR FROM ANGERDGMMETAL GANGDOMINEDISMEMBERVISION DIVINEDARK TRANQUILLITY.

(Sempre a detta di mio figlio) Ne è valsa, ma veramente, la pena !

Il talento di Dio

Ci sono momenti nei quali, seduto in poltrona davanti alla TV, salti come un canguro per poi ricadere come una pera cotta quando ascolti “certe” interviste come quella fatta alla Vezzali appena dopo la conquista della medaglia d’oro (l’intervistatore parla di talento di Dio).

Lo so che diranno che da ateo non posso comprendere certi stati d’animo, però, come Majakovskij, ho sentito ritornarmi la pelle d’oca (quella che mi era venuta per la soddisfazione dell’evento sportivo) quando ho ascoltato l’intervista di Rai Sport e anche il giorno dopo leggendo commenti come questo di Panorama (da cui ho tratto la foto qui sopra) in cui lo sport deve necessariamente soccombere per fare posto al canonico “quadretto familiare”.

Da Panorama:

È buona, difende il Tibet, ama Giovanni Paolo II e Mark Spitz e vizia, com’è inevitabile, suo figlio Pietro, 4 anni, coccolato dal padre Mimmo, al secolo Domenico Giugliano, calciatore del Campobasso, serie D.

Ma cos’è sta roba ? ……

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Né con la Russia né con Solzenicyn

Non volevo parlare della morte dello scrittore russo per due semplicissimi motivi che, poi, in realtà sono riassumibili in un solo: “Arcipelago Gulag” non mi piaceva (il secondo è che Aleksandr Solženicyn mi era antipatico).

Adesso che Solženicyn è morto non so se mi dispiace per non aver letto nulla, ma in quegli anni, pur non essendo proprio filosovietico, l’URSS rappresentava “per noi” l’unico bastione opposto agli Stati Uniti. Soltanto qualche anno più tardi questo libro di Timofeev mi allargò un orizzonte sconosciuto. Ma come se fossi stato marchiato indelebilmente, Solženicyn continuava a restarmi antipatico, posizionandomi in quell’area (ibrida) “di mezzo” del tipo “né con la Russia né con i socialtraditori”.

Però ricordo in quegli anni che mentre l’Azione Cattolica diffondeva e invitava a leggere “Arcipelago Gulag”, io avevo letto qualche cosa di tipo contro-informativo che bollava il libro come un gran contenitore di bugie rientranti nel quadro di una precisa “campagna antisovietica coordinata dagli Stati Uniti” (del tipo: “un arcipelago di bugie”).

Solženicyn, comunque, non era certo l’unico scrittore che non “leggevamo”; la compagnia era bella folta ed accomunava tutti gli autori che non superavano quel filtro “controculturale” con il quale interpretavamo il mondo.

E va bé…..