Registered for Facebook under your avatar name? That’s a ban.
Thu Sep 25, 2008 3:11pm PDT
By Eric Reuters
Many Second Life users cherish their avatar identity so highly they sign up for other online networks, like LinkedIn or Twitter, under their avatar name. But Second Life enthusiasts who register for Facebook under their avatar name should watch out: the Syndey Morning Herald is reporting Facebook is terminating accounts it suspects don’t represent real-life names.
The SMH follows the story of Sydneysider Elmo Keep, who got banned from the site with no warning when Facebook officials suspected her name (which is real) was fake. Only by supplying copies of government-issued identity documents to Facebook was she able to get her account restored.
Valleywag has video of Facebook COO Sheryl Sandberg laying down the law. “You can’t be on Facebook without being yourself,” Sandberg says. “We kick you off.”
How many Facebook users are registered under their Second Life name, and could be banned at any moment under the policy? It’s impossible to tell, but even a casual search reveals that there could be more than a handful.
Got a Second Life scoop?
You can meet the reporter in Second Life!
Eric Reuters holds office hours in the Reuters Auditorium on Tuesdays at 8:00 am SLT.–>
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postpoll – Veltroni omicida del Pd: il j'accuse di Bersani
Veltroni omicida del Pd: il j’accuse di Bersani
Scritto da Manuela BruschiniGio 23 Luglio 2009 E alla fine anche all’interno del partito ‘leggero’, uscendo bruscamente dalle liturgie nuoviste e post-ideologiche del veltronismo imperante, una voce diversa si è levata.
Attacca Bersani,lui che tanti accusano di rappresentare ‘il vecchio’, il passato ideologico, e lo fa con parole chiare, capaci dunque di assumere un significato. Era ora.
Veltroni, il demiurgo del PD, il grande sognatore che ne ha plasmato l’ineffabile novità, è stato anche e soprattutto il suo distruttore. Ha distrutto il PD, creandolo, perché ha interpretato come puro nuovismo emozionale, pubblicitario, la cosiddetta ‘vocazione maggioritaria’ che il nuovo partito intendeva avere. Perché ha preferito le sirene del leaderismo mediatico al confronto politico ampio, partecipato dalla base e dai militanti. Veltroni, dice Bersani, “ha disperso un patrimonio immenso”, ed è colpevole pure di aver posto fine all’Ulivo.
Le conseguenze del j’accuse di Bersani sono chiare: stando alle sue parole, Veltroni ha contribuito a creare non un partito, ma una struttura-fantasma, incapace di avere un’identità, dove la sovranità non è demandata agli iscritti, e neppure ai più burocratici organismi gestionali, ma al capo-sovrano che riproduce il fantasma e sostanzia la realtà del collettivo nella sua immagine personale. E tutto questo, si dice finalmente dall’interno del PD, è profondamente sbagliato.
Il modo in cui il PD è stato creato e conformato ha fatto sì, finora, che non esistesse il PD. Dunque il partito democratico ancora non esiste. I n tanti, nel mondo concreto , nella sinistra reale, se n’eravano accorti da un pezzo. Finalmente qualcuno comincia a capire, e parlare, anche da dall’interno della non-struttura. PD è il partito che non c’era. Che ci sarà un domani, forse, soltanto rinnegando completamente i presupposti sui quali è stato creato. Il PD sarà soltanto se smetterà di essere se stesso.
E’ un’ironia perfettamente coerente al dominio dell’immagine sulla parola, dell’emozione sulla storia, dell’etichetta-slogan sulla concretezza dei legami umani e politici che ha animato finora il virtuale partito democratico italiano.http://manuelabruschini.blogspot.com/
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Mondi elastici
C’è un signore, un contatto, un conoscente della rete, chiamatelo come volete, che qualche giorno fa, in una e-mail, mi ha chiesto la differenza tra social network e metaverso, tra Facebook e SecondLife. “Ma in poche parole”, mi ha ammonito, “di che mondi parliamo?”.
Per tirare fuori una definizione che scaturisca soltanto dalle differenze non è difficile, una definizione stabile, valida per tutti i livelli o strati di conoscenze-competenze è cosa un pò più ardua. Per dirla in soldoni, io saprei spiegare la differenza, alla grossa, tra mondi diversi come per esempio tra un God Games e un MMORPG, perchè ci ho giocato per anni (un po’ di più ai primi) e li ho anche studiati; ma se volessi confrontarmi con mio figlio soltanto su alcune famiglie dei secondi, anche soltanto tra Warhammer on line e World of Warcraft, rimarrei sconfitto dalle sue competenze più specifiche e quindi le mie conoscenze, di un livello più grossolano, servirebbero a poco (anche se potrebbero servire a chi non sa proprio cosa siano questi mondi).
A me è successa la stessa cosa quando sono andato ad un incontro con Galiberti al campus dell’università di Potenza. Sono rimasto, affascinato, ad ascoltarlo per un’ora fin quando una professoressa-mamma del liceo che ospitava la manifestazione, ha chiesto al filosofo un parere sul complicato rapporto giovani e internet. Le risposte di Galimberti, da quel momento in poi, mi sonno apparse banali, scontate e fin troppo approssimative.
Questo non per “buttare le mani avanti” (per non cadere), come si suol dire dalle mie parti, ma semplicemete per esprimere la difficoltà nell’esprimere concetti (che di per se sono astratti) che escano dalla banalità e poco permeabilità, quando non si conosce con una buona profondità l’oggetto di cui si parla.
Dunque l’unica risposta che ho deciso di dare all’amico è quella che proviene dai miei studi di questi ultimi tempi ed è la differenza che intercorre tra mondo persistente e mondo elastico (quest’ultima definizione l’ho inventata adesso come concetto opposto al primo).
Un mondo persistente è qualcosa di sempre attivo 24 ore su 24, che esiste e continui a farlo anche quando noi non ci siamo o non lo guardiamo (non considerando per un attimo il senso di “persistent” come mondo con mappa contigua che ha certamentea che fare con il metaverso). Second Life, ad esempio, è un mondo persistente nel senso che è sempre lì. Quando il mio avatar attraversa una qualsiasi land, quel mondo è lì, che sia presente o meno il suo creatore, che sia tra i mei contatti o meno, quel mondo resta li e io posso, relativamente, usarlo anche solo guardandolo dall’alto, anche se non ho la più pallida idea di chi sia l’autore/creatore.
Un mondo elastico, invece, è un mondo che dipende dalla presenza dell’utente tra i miei contatti/amici. Facebook è un mondo elastico nel senso che quel mondo assume la forma del numero di utenti che fanno parte dei miei contatti. Come utente appena registrato ho, in potenza, la possibilità di contattare milioni di persone e fare in modo che questo mondo diventi lungo e largo, ma potrei anche restare con i miei quattro contatti e tenermelo stretto e corto come se facessi una chiacchierata sul pianerottolo del mio palazzo.
Dunquela la potenza di Second Life può prescindere dall’essere amico o meno di altri utenti, quella di Facebook dipende dal numero di utenti/amici.
Lo so che ho affettato concetti con l’accetta ma è la prima cosa che m’è venuta in mente filtrando, a caldo, gli stimoli provenienti dalla percezione di questi mondi attraverso l’esperienza di utilizzo (in modo che poterli rappresentare con meno astrazione).