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The Reuters Second Life bureau is now closed

Mon Mar 2, 2009 11:59am PST

By Adam Reuters

Reuters has closed its Second Life bureau after more than two years of in-depth coverage on the virtual world’s business and economy. Our technology team will continue to cover Second Life on Reuters.com.

Please explore this archive of our ground-breaking Second Life coverage.

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Rainews24.it

Roma, 06-10-2009

Silvio Berlusconi “e’ sereno e fiducioso nella stragrande maggioranza dei magistrati
italiani”. Cosi’ il ministro per i Beni culturali e coordinatore del Pdl, Sandro Bondi, ospite di Ballaro’, descrive lo stato d’animo del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi alla vigilia della decisione della Consulta sul Lodo Alfano e dopo la sentenza sul Lodo Mondadori.

“Il Lodo Alfano non e’ una legge per coprire i processi a carico di Berlusconi – sostiene Bondi – alcune accuse verso di lui si riveleranno infondate. Il Lodo e’ una sospensione dei processi senza che questi cadano in prescrizione”. Il coordinatore del Pdl pero’ ritiene che “ci sia qualcosa di sospetto”: “non vogliamo concorrere al clima di furore
giacobino ma da quasi venti anni c’e’ un clima avvelenato e uno scontro tra una realta’ democratica, rappresentata da Berlusconi che cerca di governare bene e una sinistra che da 16 anni disconosce e disprezza il voto del popolo”. Ma, assicura Bondi,
“piu’ la sinistra insiste e piu’ ci rafforza perche’ noi non molleremo mai rispetto al mandato del voto popolare”.

In Italia c’e’ “il pericolo di un nuovo autoritarismo”, e se Berlusconi dovesse avere torto sul Lodo Alfano “non accetterebbe e potrebbe reagire in modo poco
democratico”. Lo ha detto Dario Franceschini nel corso di “Ballaro'”. Franceschini punta l’indice sulla classe dirigente del centrosinistra che ha ignorato, quando ne
aveva la possibilita’ tra il ’96 ed il 2001, la questione del conflitto d’interessi berlusconiano. “Il nostro campo”, ha detto intervenendo a “Ballaro'”, ha la “responsabilita’ imperdonabile di non aver fatto questa legge” in quei cinque
anni, “e se ne vedono le conseguenze”.

Silvio è super partes e non inter partes ecco perchè gli spetta l’immunità.

Mister blog

Luca Tremolada sulla prima pagina  de ” Il Sole 24 Ore” di oggi, parla della pubblicità occulta, attraverso blog e social network, che sembra entrata nel mirino della Federal trade commissions(l’agenzia che si occupa delle regole del commercio negli USA).  Non si tratta di una nuova legge, come sottolinea Luca De Biase nelle pagine interne del giornale, nè di una nuova campagna anti-blogger, ma soltanto di “una raccolta di chiarimenti” intorno alle leggi già in vigore che regolano il commercio americano.

In sostanza se fai pubblicità attraverso blog o social network è lecito ma soltanto se lo si dichiara apertamente.  Il principio non mi sembra affatto di poco conto resterà aperto, credo, il problema di come farlo rispettare.

(me) too blog

Qualche tempo fa,  forse un po’ incazzato per qualcosa,  scrivevo di blog, o meglio accennavo qualcosa sui blog personali e ricordo di aver letto nello stesso periodo riflessioni simili come questa e altre ancora.

Ma ne è passato di tempo, perché parlarne adesso ?

Perché è un momento “buono” per riflettere, come Wittgenstein tra le bombe e le pallottole.  Di quale bombe o pallottole parlo ? Ma di Facebook e di qualcuno che, senza girarci tanto intorno,  mi ha chiesto il motivo per cui io continui a scrivere, aggiornare e riflettere attraverso un weblog.

Potrei rispondere con semplicità che sono fatti miei, ma non è educato e poi non è neanche  vero.  Io non ci credo a quelli che s’inventano fantasie solitarie, del tipo: “scrivo per me stesso e se qualcuno mi legge peggio per lui/lei”.  Che senso avrebbe avere uno strumento condiviso e aperto nella rete se non si vuol essere letti o addirittura trovati ? (ho sempre pensato che tutti quelli che “tenevano un diario” intimamente speravano che qualcuno, prima o poi, glielo leggesse).  Beh, che vi piaccia o no, il blog è un’esposizione di noi stessi, del nostro pensiero, di quello che siamo o che vorremmo far credere di essere.  Ed è proprio a causa di questa esposizione che spesso i blog vacillano e arrancano. Non ho numeri statistici (non li ho neanche ricercati) ma ho visto blog fermi da un anno con i loro curatori che si sfrenano in Facebook a parte, forse, 140 caratteri in twitter e qualche link e qualche foto sparsa o replicata tra FriendFeed e Tumblr. Insomma se una buona parte di blog “va a puttane” grazie a social network “sovra-super-esposizionali” allora questi blogger non erano proprio una “categoria”.  Anche quando si comportavano come una categoria, rivendicando questo e quello, correndo dietro alle stesse cose, facendo risse iperboliche e polemiche approssimative, non erano una classe. Forse l’unica cosa che li accomunava (e continua ancora a tenerne insieme un po’) era il principio del gioco attraverso la misurazione.  Ecco dove i blogger fanno categoria, nel misurarselo (ce l’ho più lungo). Per tutto il resto sono persone con tanta voglia di scrivere e di raccontare e (a parte quelli che lo facevano e continuano a farlo perchè scrivere o vendere è il loro mestiere) per i quali un weblog è un luogo adatto per farsi trovare e per tentare timide o sfacciate presentazioni.

Ora c’è Facebook. Si potrebbe non aver bisogno di tutto questo.  Si scrive ugualmente un post ma con una forza in più perchè puoi taggare direttamente tra i tuoi contatti e, in qualche modo, obbligarli a venirti a leggere. Metti le immagini che vuoi, linki e condividi link di ogni tipo e ricevi anche il “mi piace”. Parli e discuti anche con quelli che il blog non l’hanno mai conosciuto. Puoi creare gruppi e riunire persone che amano parlare anche del “sesso degli angeli” e se vuoi crei anche un evento associato. Ricevi la posta e anche gli aggiornamenti sulle pagine che ti interessano. Giochi e inviti i tuoi amici a giocare con te.

Insomma che c’è di meglio di Facebook ?

Perchè non chiudo questo blog per il quale devo anche spendere non poco tempo ad aggiornare versioni e plugin, modificare temi e inserire widget ?

Perchè il blog è casa mia e Facebook è la strada, la piazza affollata su cui si affacciano anche le finestre del mio blog. E voglio tenerli insieme, uniti e separati. Perchè in piazza incontro tutti: vicini, conoscenti, amici con i quali posso parlare della partita della domenica e di donne ma anche di politica e filosofia; ma a casa vengono soltanto gli amici quelli che fanno le scale a piedi e vengono a suonarti alla porta soltanto per il piacere di stare con te e per trascorrere una serata di chiacchiere d’avanti a un bicchiere di vino.

Ecco perchè, perchè il blog è casa mia.