Ecco Filtr

Questo è Filtr e questo è il logo (definitivo) che lo distingue.

Che cosa è Filtr ? Alla domanda che mi hanno posto un po’ di amici ho risposto quasi meccanicamente “è una strada a metà strada” dopodichè inserisci un “tra…”  e al posto dei puntini sopsensivi mettici quel che ti viene in mente come metafora e metonimia di social network, contenuti in rete, giornale on line, laboratorio, esperimento, eccetera, eccetera.

L’idea è nata nella testa vulcanica di Giuseppe Granieri e qualche ragione la trovate qui.

Alla base di tutto c’è la scommessa di fare informazione attraverso “i punti terminali della rete”:  attraverso le persone che la abilitano e che filtrano continuamente notizie (a 360 gradi) da tutto ciò che sta in rete e/o che viene prodotto in rete.

Dunque alla base di tutto c’è la “tua” collaborazione e se vuoi un’idea sul come farlo dai uno sguardo a questo e poi dacci una mano.


Se Brunetta sapesse

Sencondo Brunetta a fine anno tutte le scuole invieranno ai genitori un sms per informarli sulle assenze dei propri figli.
L’idea gli sarà venuta quando ha scoperto il T9?

Popolo di agnostici

La notizia non è proprio una grande novità, non foss’altro per il casino che per molto tempo gli atei del nostro paese (ma anche i buddisti) hanno sempre fatto ad ogni inizio di anno scolastico. Oggi l’eco è maggiore perchè la nostra società, che diventa sempre più multietnica, inizia a fare i conti con mentalità e culture diverse e meno inclini alla “sopportazione” come la nostra.  In italia l’ateo o il non cattolico vive quasi clandestinamente e senza forza all’interno di una cultura cattolica (socialmente accettata) annacquata che mette in riserva, in disparte,  la propria cattolicità  per i tempi più bui. Ti permettono l’agnosticismo un po’ più volentieri perchè, secondo molti, significa soltanto non porsi il problema (per il momento ma poi si vede) continuando ad accettare i riti e le funzioni religiose di tutti i giorni: ci si battezza, ci si sposa e si muore sotto la benedizione di un parroco ma senza farci troppa attenzione.

Più della croce-simbolo, scelta religiosa di stato, bisognerebbe preoccuparsi del  perchè uno stato democratico si ostini a “insegnare” la religione cattolica nelle scuole. Ma anche lì vince l’annacquatura popolare: pochi dispensano il proprio filgio e tutti gli altri fanno qualcos’altro in quell’ora.

Siamo un popolo di cattolici-fai-da-te che si inventa proprie regole interne per vivere in pace…. non con gli altri, attenzione, semplicemente con se stessi; con le proprie convenienze e con i propri egoismi (propri o famigliari).

Siamo un popolo che scopre altarini di santi e madonne in ogni covo mafioso che viene alla luce.

Le nostre convenienze ci portano a fare quel che ci piace o ci conviene, tanto alla fine in qualche modo ci salveremo con un pentimento, con un perdono.

E allora perchè toccarci quel crocifisso, non ce ne frega niente ma non da fastidio a nessuno e poi….  non si sa mai.

Oramai è troppo tardi

Molti ricorderanno il maestro Manzi che negli anni ‘60, da un televisore in bianco e nero, teneva nei banchi i nostri genitori insegnando con una lavagna nera una lingua che faticava a diventare amica.

L’Italia lottava un analfabetismo congenito derivante da divisioni geografiche e storiche. La battaglia da vincere era l’unione di un paese sotto una bandiera culturalmente asincrona  e la TV di Stato doveva svolgere il proprio ruolo sociale e istituzionale.

L’esigenza di raccontare e ragionare sulla lingua italiana continua ma il target è spostato e l’interesse è tutto rivolto ai giovani studenti. Molti programmi per ragazzi (nella fascia di programmazione pomeridiana a loro dedicata) tra una fiaba,  cartoon e un telefilm  infilano un pò di grammatica, uno spicchio di lessico e una manciata di libri da leggere ma tutto molto velocemente perchè ormai la televisione corre e non c’è più posto per i banchi e le lavagne.

Siamo a cavallo degli anni ‘80 e l’impegno viene affidato a  format più leggeri e di svaglo; l’opera di divulgazione continua ma in forma di quiz con trasmissioni televisive come “Parola mia” dove un sorridente professor Beccariaammaliava e bacchettava gruppi di giovani studenti-concorrenti.

Oggi il target di riferimesto si risposta nuovamente. Ai ragazzi non si insegna più la lingua italiana, al massimo li si invita a leggere qualche libro, ma sempre attraverso un quiz.

La lingua italiana adesso è un’emergenza per le massaie che il sabato e la domenica mattina guardando il programma “Mattino in famiglia” possono telefonare al professor Sabatini (Presidente Onorario dell’Accademia della Crusca) che dalla sua minirubrica “Pronto soccorso linguistico” risponde sulla lingua italiana e sui dialetti.

Ma saremo ancora in tempo oppure….  “oramai è troppo tardi” ?