Ultimo nato nella Republic Of Gamers

asusscreen-shot-2013-06-04-at-12.21.41-pmmatIl lato gaming della ASUS è pronto con un nuovo PC dalle altissime prestazioni. Si tratta del Poesidon Formula One:  schede grafiche NVIDIA GeForce GTX 700, raffreddamento ibrido con Asus CoolTech (pettinatura dei ventilatori che con un disegno unico forzano l’aria sul dissipatore in più direzioni) e un sistema liquido che, dicono, riduca la temperatura di esercizio fino a 31 gradi Celsius, dando campo libero all’overclock. La scheda madre è l’ultima nata in casa ROG la Maximus VI e l’audio con uscita per cuffie 120dB e amplificatore 600 Ohm è assicurato dalla  SupremeFX.
Prezzo? boh.

[via engadget]

La sedia del potere

Darth Vader aveva la sua meditazione pod, gli ingegneri di Prometeo avevano le loro stazioni di controllo utero-like, il Capitano Kirk la sedia del capitano… I personaggi della fantascienza si distinguevano per i loro posti esclusivi che significavano il potere.  Esistono posti simili nella realtà?  La MWE Lab ci prova con la “Emperor 1510 LX”.
E’ il futuro ambiente di lavoro: un monitor di supporto a scomparsa in grado di supportare fino a cinque monitor (tre da 27 pollici e due da 19 pollici), un sedile reclinabile, un sistema audio Bose e rivestimenti in pelle italiana. Con $ 21.500 vi portate a casa una stazione di lavoro che sembra n veicolo spaziale, e forse con il prezzo ci siamo quasi.

[via arstechnica]

Una primitiva forma di oppressione

217168_580706871959704_1165358364_nFousiya Musthafa, una presentatrice televisiva di Kerala, nell’India meridionale, è finita sotto la gogna morale per aver definito la purdah, la pratica di indossare il velo da parte delle donne musulmane, “una primitiva forma di oppressione”.
Il direttore del canale televisivo India Vision invece di difendere Fousiya ha affermato che si è trattato di un equivoco derivante da una disattenzione nella correzione del copione.
Dopo le dichiarazioni di Fousia anche il suo profilo Facebook è stato inondato da commenti violenti, insulti e diffamazioni  ed è stato condiviso da quasi duemila utenti.

[via Global Voice]

Back to the past

dc-balena-biancaChe ne viene al PD di questo governo di centrodestra? Il centrodestra, appunto.
Le risposte sono tutte “interne” e per niente “esterne” così come non stanno per nulla in piedi le analisi di Speranza. Se le ragioni fossero state esterne il PD avrebbe tenuto in maggior conto la propria coalizione “Italia bene comune” e i proclami elettorali. Avrebbe accettato di trattare con il M5s, non per finta, anzi avrebbe preso al volo la proposta Rodotà  per avviare una qualsiasi trattativa (per esempio Prodi presidente della repubblica e Rodotà presidente del consiglio). Invece hanno scelto la strada, già segnata, della larga coalizione, scaraventando SEL all’opposizione; il tutto con grande coerenza rispetto ai vari giuramenti.
Non si pensi che il problema sia stata l’incapacità di Bersani nel non aver saputo costruire un governo di sinistra; se proprio si vuol riconoscere un ruolo all’ex segretario è quello di esser stato travolto dal peso delle correnti e di essere stato seppellito sotto la coltre centrodestrista: come nella bella immagine di Serra: “quelli di sinistra che odiano la sinistra”.
In sostanza quello che fu il “fattore K” per il PCI si è trasformato nel “fattore Dc” per il PD, ovvero una linea di gravitazione trasversale che attraversa un gran numero di partiti che siedono in parlamento.  Giustamente Cirino Pomicino definisce queste manovre governative di larghe intese come il ritorno della prima repubblica fatta dai giovani cresciuti nella balena bianca.
E questo è, nulla di più.

Due questioni e mezzo

bridging-the-gapCon i tre argomenti contro di Mantellini, i quattro contro e uno a favore di Giuseppe, la “controdemocrazia” di Giovanni e per finire con la sconfitta dei luddisti di Chiriatti si riavvia, almeno lato rete, la ciclica questione della forma dei partiti e dei loro sistemi di connessione.
Secondo me, e per rimanere in tema, le questioni sono due contro e mezza favore:
1) quali partiti.
Io avevo inizato a ragionarci un po’, e anche se in modo emozionale, prima delle elezioni e vorrei oggi affinare il tiro.
E’ bene chiarire subito, a scanso di equivoci, che quando parlo di partiti mi riferisco a quelli di sinistra che “dovrebbero” avere fissato nel loro DNA l’esigenza di un rapporto continuo e produttivo con quella che comunemente è definita “base”.
Dice bene Chiriatti che ormai i partiti fanno bonding invece di bridgin, anche se sbaglia la metafora iniziale perché paragona la democrazia alle religioni e la cosa non funziona giacché le religioni essendo teleologicamente indirizzate non necessitano di approvazione da parte dei suoi aderenti (e i suoi rappresentanti sono eletti solo perché scelti da dio); mentre la metafora del ponte funziona ma limitatamente al rapporto cittadini-partiti-Stato, perché, invece, tra i partiti e sui aderenti e/o simpatizzanti per anni si è sempre parlato di “cerniera” proprio per dare il senso di una distanza inesistente.
La democrazia di cui parliamo è quella in cui gli eletti rappresentano indirettamente i cittadini che dovrebbero, prima e dopo, recuperare forme dirette di rappresentanza (fatta eccezione per quella istituzionale come i referendum) proprio nel loro rapporto con il partito.
2) Con chi parla il partito?
Ora il problema è proprio qui: i partiti hanno dismesso il loro compito di far recuperare al cittadino il suo ruolo diretto semplicemente diluendo al massimo le forme di partecipazione diretta e, probabilmente, esagerando nel verticismo.
Ecco che ritorna la rete, il web, che a dispetto della sagoma a conchiglia del partito ridà voce alla “base” in forma di megafono; o, come l’ha definito qualcuno, come un tifo da stadio che condiziona la squadra.
Ma in che modo i partiti tengono conto di queste voci provenienti dal web? Forse quasi in niente. Se consideriamo che i partiti sono presenti soltanto come brand (sordi alle proposte) preoccupati unicamente del proprio marketing il cui ascolto, come dice Mantellini, spesso è affidato a un soggetto proveniente dai piani medio bassi della struttura.
Il paragone con le aziende, per esempio nel caso del PD, non è proprio peregrino dal momento che lo slogan “prima la ditta” fu la parola d’ordine scelta per salutare l’ex onorevole Antonio Luongo che ritirò la propria candidatura per fatti giudiziari.
2 ½) chi fa ascolto?
Se i partiti non ascoltano allora, forse, lo fa singolarmente qualche politico. Si forse, ma in che modo e come filtra non è dato sapere. Per esempio ho scoperto che mentre il sindaco della mia città che non rispondeva a nessuno, neanche alle richieste più educate sulla ZTL, il presidente della provincia tweettava direttamente e rispondeva personalmente quasi a tutti.
Allora la mezza, diciamo, è nella direzione di quello che Giuseppe indica come tecnologie che pur non determinano nulla (almeno fino ad oggi) “abilitano” all’uso.
E dove sta’ l’altra metà? Nel credere di più sia nel concetto di partecipazione diretta che nell’uso delle nuove tecnologie e, a tal riguardo, quello del Movimento 5 stelle non può che essere un esempio da “copiare” pari pari: dall’esperimento delle primarie e delle “quirinarie”, alle piattaforme del Meetup e di LiquidFeedback.

La storia degli auguri di compleanno su Facebook

<img class=" wp-image-2630 alignleft" alt="compleanno-facebook" src="http://www.vitocola.it/wordpress/wp-content/uploads/2013/04/compleanno-facebook.jpg" width="378" height="189" srcset="http://www.vitocola.it/wordpress/wp-content/uploads/2013/04/compleanno-facebook.jpg 630w, http://www.vitocola.it/wordpress/wp-content/uploads/2013/04/compleanno-facebook-300×150.jpg 300w, http://www.vitocola.it/wordpress/wp-content/uploads/2013/04/compleanno-facebook-100×50.jpg 100w, http://www.vitocola.it/wordpress/wp-content/uploads/2013/04/compleanno-facebook-280×140 best task management software.jpg 280w” sizes=”(max-width: 378px) 100vw, 378px” />Gli auguri di compleanno su FB sono una cosa simpatica. In primo luogo perché non c’è bisogno di uno sforzo mnemonico per ricordarsi di farli all’amico/a e poi perché raggiungi anche persone a cui non avresti potuto farglieli diversamente.

La questione interessante, invece, è quella che riguarda i ringraziamenti perché sembra che Facebook abbia indotto a una sorta di massimizzazione di tale feedback.

Ho notato che la maggior parte delle persone si regola in questo modo: se gli auguri sono pochi, allora scrivono un grazie di risposta a ciascuno nei commenti (molti li personalizzano inserendoci anche il nome dell’auguratore/trice ), se invece sono tanti ecco comparire nella propria bacheca un generale e accorato ringraziamento, del tipo “siete veramente tanti e vi ringrazio tutti“, e cose del genere…

Siccome è capitato anche a me di ricevere un bel po’ di auguri mi sono impegnato a rispondere a tutti con un “grazie, un sorriso e un mi piace” sotto ogni commento (anche se probabilmente qualcuno l’ho saltato ma solo perché quel giorno non avevo un pc a disposizione ma soltanto telefono e tablet e purtroppo le app, per queste cose, sono un po’ limitate).

Ho deciso di farlo perché ho dovuto rispondere alla seguente domanda: «se qualcuno mi augura buon compleanno incontrandomi per strada, telefonandomi, inviandomi un sms o una mail, io che faccio?»

possibili risposte:

1) non rispondo a nessuno e a fine giornata vado in piazza e mi metto a gridare con un megafono “siete veramente tanti e vi ringrazio tutti”? Ma questo presuppone che chiunque mi abbia fatto gli auguri passi da quella piazza in quel momento; ma anche se decidessi di girare tutta la città con le trombe montate sull’auto, non tutti potrebbero abitare in città e io probabilmente non riuscirei a percorrere tutte le strade.

2) Faccio stampare dei volantini e li distribuisco oppure un manifesto 3×6 col quale ringrazio tutti? Idem come per la 1, e poi c’è pure chi i manifesti non li nota nemmeno.

3) Semplicemente rispondo subito “grazie” a ognuno. Più economico e statisticamente più efficace, anche se ne salto qualcuno avrò comunque raggiunto la stragrande maggioranza degli auguratori e delle auguratrici.

Dunque ho scelto la terza opzione, certo la fatica c’è: bisogna controllare spesso chi te li fa, ma con l’avviso sullo smartphone, minimizzi il lavoro e non massimizzi il feedback.

Solar 2

La parola d’ordine è galleggiare nell’universo.

Solar 2 è un gioco sviluppato da Murudai ed  è una sorta di “mondo aperto”  dove il giocatore parte  con un asteroide e pian piano deve farlo crescere  fino a farlo diventare un buco nero.  Ma non confondetelo con un “god game” , qui siete semplicemente dei “piloti”, o dei “conducenti”, se preferite,  spingete e direzionate i pianeti e basta; anche quando questi avranno vita e lanceranno armi voi non ne avrete alcun controllo.

Quando il vostro buco nero avrà raggiunto la massa critica, assorbendo ogni atomo nell’universo, ci sarà il Big Bang e ritornerete a guidare nuovamente  un asteroide.

Ovviamente non  è tutto qui, durante il gioco dovrete compiere delle missioni, raggiungere degli  obiettivi e superare livelli di difficoltà.

Io l’ho provato sul Nexus 7 ed è davvero divertente, ma esistono versioni per tutte le piattaforme.

The Binding of Isaac

Isaac è un bambino normale e vive in una casetta su una collina. La madre, fervente cristiana, passa il tempo a guardare un canale TV cristiano.

Fin qui nulla di strano, se non il fatto che la mamma di Isaac, all’improvviso, inizia a sentire una voce che gli dice che suo figlio, purtroppo, è fuorviato dal peccato e quindi bisogna salvarlo dal male togliendogli tutti i giocattoli e i videogiochi. Ma non basta, perché la voce si ripresenta alla madre dicendogli di chiudere a chiave Isaac nella sua stanza.

Neanche questo basterà, perché la voce chiederà alla madre una prova della sua fede chiedendole di uccidere/sacrificare il figlio.

La madre prende un coltello e va verso la stanza di Isaac il quale, però, avendo visto tutto attraverso un buco della porta, scappa infilandosi in una botola che c’è nel pavimento della sua stanza, lasciando un suo disegnino appeso a una parete.

Parte così il gioco fatto da tanti livelli casuali da concludere per giungere a diversi finali.

The Binding of Isaac, ovviamente ispirato al sacrificio di Isacco, è stato considerato blasfemo e avversato per diverso tempo dai cristiani di tutto il mondo. E’ un gioco indie realizzato da McMillen (lo stesso autore di Super Meat Boy) ed è su Steam e Humble Indie Bundle già dal 2011.

Ve lo consiglio è davvero molto divertente.

 

Età

Da cosa ti accorgi della tua età?

Io di solito la noto a partire da alcuni particolari, per molti insignificanti, come usare i due indici per scrivere sullo smartphone o sul tablet.

🙂

Voto il Movimento 5 stelle perché non è un partito

Ho tanti amici che cercano di convincermi a non votare per il Movimento 5 Stelle o, come dice la maggior parte, per Grillo. A quelli a cui ho detto che sono anni che non voto mi hanno risposto che avrei fatto bene a continuare così. E allora vi rispondo e vi sintetizzo le mie ragioni.

Innanzitutto fatemi premettere che il Movimento 5 Stelle (M5s) non è un partito è non ha ideologie “finalistiche” da difendere, ma solo una serie di obiettivi da raggiungere su cui si può concordare o meno. In secondo luogo sia il programma che le liste elettorali sono stati formati completamente in rete, con ampia discussione sui meetup. In terzo luogo non ha bisogno di tenere su l’ambaradan dei partiti con tanto di sedi, segretari e addetti a vario titolo (e soldi che girano vorticosamente); se non avete la minima idea di cosa significhi questo, anche solo in termini economici, può voler dire solo due cose: o non sapete cos’è un partito e/o un’organizzazione politica perché non c’avete mai avuto a che fare, o non sapete proprio di cosa parlate perché credete ancora a babbo natale.

Questa piccola premessa contiene già gli elementi primordiali della democrazia e se la cosa vi apparirà strana è solo perché non l’avete mai agita.

Ho un’esperienza politica tale da conoscere partiti, politici e i meccanismi che li sorreggono e se nella vostra vita avete fatto altro vi svelo un segreto: i partiti (piccoli, medi o grandi) sono strutture complesse che non si reggono su idee, programmi o interessi comuni (forse su interessi diffusi si). Utilizzano tutti lo stesso modello di “forma-partito” che deriva da un misto tra Democrazia Cristiana delle correnti e craxismo dei yuppies. Sono delle aziende atipiche con tanto di dipendenti ma con strani profitti. Forse non immaginate che l’idea nasce proprio dalla vecchia DC che, con un appoggio parlamentare ultra-trasversale, nel 1974 approva una legge con la quale lo Stato finanzia tutti i partiti presenti in parlamento secondo il loro peso di deputati. Ma forse non ricordate neppure che a più riprese i radicali di Pannella hanno cercato attraverso più referendum di abolire questa stortura e che nel ’93 ci riescono con il 90% dei voti; solo che appena un anno dopo (e contro il volere democraticamente espresso di tutti quegli elettori) con il classico “trucco delle tre carte” i partiti del parlamento italiano si mettono d’accordo e reintroducono una legge sul “rimborso elettorale” alla quale, come se non bastasse, bisogna aggiungere il finanziamento pubblico all’editoria (della quale ne beneficiano anche i giornali di partito) e il 4 per mille.  Questo è soltanto un quadro minimo ma se volete farvene un’idea più dettagliata andatevi a rileggere quello che scrivevano Stella e Rizzo nel 2007.

Se non vi basta questo per capire con che sorta di “idrovore” avete a che fare quando siete davanti a una sezione di un partito, aggiungeteci i guadagni di chi sceglie di fare il politico di mestiere. Ma non pensate soltanto ai parlamentari ma anche ai rappresentanti di camere molto più basse che nella peggiore delle ipotesi, anche in paesini di mille abitanti, racimolano più di mille euro al mese tra indennità e rimborsi di diverso tipo. Poi ci sono gli enti pubblici, semi pubblici e semi privati nei quali eleggere consigli di amministrazione, amministratori unici, direttori, collegi, comitati, commissioni, esperti, ecc… tutti sempre pagati e rimborsati perché, ricordatevelo, la politica nessuno la fa gratis.

In verità, far politica dovrebbe essere un onore oneroso, da cui sfuggire e invece è talmente ambito che le persone scalciano per calarsi anche nella più infima delle commissioni anche solo per pochi euri di rimborso.

E non parliamo poi di questi nostri rappresentati che appena si tratta della propria famiglia o della propria salute disprezzano per primi le istituzioni pubbliche e allora mandano i figli solo nelle scuole private, dall’asilo fino all’università (provate a contare quanti figli di politici sono stati, per esempio, alla Bocconi o alla Luiss e  molti direttamente presso facoltà straniere) e si fanno curare in cliniche private o straniere.

Questo è una parte del sistema che si tiene su e si autoalimenta e le persone che fanno? Si preoccupano se un movimento come M5s prende il 15% ? Io dico che già basterebbe questo per augurarsi un piccolo scombussolamento del sistema.  Se poi pensate che le grida di Grillo, qualche incertezza, qualche fesseria siano le premesse per il nuovo fascismo o siete sulla strada sbagliata e troppo occupati per guardare le cose con i vostri occhi e informarvi di persone, oppure siete troppo invasati da un’idea di partito che vi illudete possa risolvere i vostri problemi o quelli di una giustizia più in generali

E’ vero, probabilmente tra i “grillini” non trovate facce conosciute e io non ho trovato nessun mio vecchio compagno con il quale ho fatto manifestazioni antifasciste ma ve lo dicevo prima, questo movimento non si costituisce ideologicamente, non si pone cause ultime ma soltanto programmi minimi da realizzare, punto su punto. Se per esempio ti sta bene la TAV allora fai prima a votare Monti, Berlusconi, e anche Bersani.

Ma veniamo al programma, perché son convinto che molti non l’hanno neanche letto; io vi elenco sinteticamente le cose che ho sottolineato e che mi interessano maggiormente.

 Energia

Incentivazioni per le fonti rinnovabili e biocombustibili e applicazione di norme già in essere, ma disattese, sul risparmio energetico.

 Informazione

Eliminazione dei contributi pubblici per il finanziamento dei giornali; cittadinanza digitale per nascita, accesso alla rete gratuito (larga banda gratuita per tutti i cittadini italiani) e copertura completa dell’Adsl su tutto il territorio nazionale. Satalizzazione della dorsale telefonica, con il suo riacquisto a prezzo di costo da Telecom Italia e fornitura, da parte dello Stato, degli stessi servizi a prezzi competitivi a ogni operatore telefonico.

 Economia

1)      introduzione della class action, abolizione delle scatole cinesi in borsa, abolizione di cariche multiple da parte di consiglieri di amministrazione nei consigli di società quotate, introduzione di strutture di reale rappresentanza dei piccoli azionisti nelle società quotate, introduzione di un tetto per gli stipendi dei manager delle società quotate in borsa e delle aziende con partecipazione rilevante dello Stato, divieto di nomina di persone condannate in via definitiva come amministratori in aziende partecipate dallo Stato o quotate in borsa (come per es. Paolo Scaroni dell’Eni), abolizione delle stock options, divieto di acquisto a debito di una società.

2)      Divieto di incroci azionari tra sistema bancario e sistema industriale e introduzione della responsabilità e compartecipazione alle perdite degli istituti finanziari per i prodotti finanziari che offrono alla clientela.

3)      Abolizione della legge Biagi e sussidio di disoccupazione garantito.

4)      Impedire lo smantellamento delle industrie alimentari e manifatturiere con un prevalente mercato interno; abolire i monopoli di fatto, come quelli di Telecom Italia, Autostrade, Eni, Enel, Mediaset e Ferrovie dello Stato e mettere in opera disincentivi alle aziende che generano un danno sociale.

5)      Riduzione del debito pubblico attraverso forti interventi sui costi dello Stato con il taglio degli sprechi e con l’introduzione di nuove tecnologie per consentire al cittadino l’accesso alle informazioni e ai servizi senza bisogno di intermediari.

Trasporti

Blocco immediato della Tav in Val di Susa. Disincentivare l’uso dell’automobile nei centri urbani e aumentare e rafforzare le tratte ferroviarie legate al pendolarismo.

Salute

L’Italia è uno dei pochi paesi con un sistema sanitario pubblico ad accesso universale e questa cosa è sempre più minacciata sia dal federalismo (attribuzione alle regioni dell’assistenza sanitaria) che dalla tendenza a far diventare le ex ASL delle aziende che devono far prevalere l’economia sulla salute. Quindi la sanità deve restare pubblica e i ticket dovranno essere imposti sulle prestazioni non essenziali in modo progressivo e proporzionale al reddito.

Istruzione

Abolizione della legge Gelmini; finanziamento pubblico solo per la scuola pubblica e investimenti nella ricerca universitaria.