L'allevamento Lager

Siccome verso la fine dell’anno bisogna pure fare il punto su qualcosa  vi metto qui queste immagini che possona dare “una” misura delle crudeltà dell’uomo.

[immagini eliminate]

Qui potete leggere un po’ di storia e trovare altri riferimenti.

Tutti uniti, tutti insieme…

EF’s Blog si chiede che fine abbia fatto il Partito democratico…

Dopo i “fatti”  di questi ultimi giorni (Pescara, Potenza, Napoli), Walter Veltroni prima rinnova la fiducia al sindaco di Napoli, che promette un profondo rimpasto nella sua giunta, poi invita il partito a discutere della “questione morale”.

Intanto la “Giunta delle autorizzazioni a procedere” della Camera respinge la richiesta di arresti domiciliari per il deputato del Pd. All’unanimità tutti i deputati sia della maggioranza che dell’opposizione si oppongono alla richiesta della Procura di Potenza (ad eccezione dell’Italia dei Valori).

Ecco che fine ha fatto il Pd di Veltroni. Dopo la “democristianizzazione”, la “barackizzazione”  ora si passa alla volata “garantista” (si badi bene che garantismo sta per garanzia del proprio posto) di Berlusconi.

Insomma come nella vecchia commedia di Dario Fo (”tutti uniti tutti insieme, scusa ma quello non è il padrone”) quando si tratta di salvarsi il “posto” non c’è differenza che tenga.

Di cosa discuterà la direzione del PD ? Di che questione morale si tratterà ? Di queli rinnovamenti ci sono sul tavolo ?

E’ facile prevederlo, tanto alle rivoluzioni non ci crede piu’ nessuno tanto meno quelli del PD.

Uccidete Faletti

No, non spaventatevi, non odio Faletti a tal punto (diventare il mandante di un assassinio poi…).

Quello che vi consiglio è soltanto un gioco divertente, ma se poi scoprite che ammazzare Faletti vi diverte più di leggere un suo romanzo, beh allora cavoli vostri.

faletti

cliccate sull’immaine e divertitevi.

Fatelo uscire

tesluk_senza_baffo

E ci risiamo, il mio caro e affezionatissimo quotidiano è di nuovo in emergenza. Sono quasi 37 anni che  questo giornale combatte con i propri bilanci, ma questa volta la redazione dice che  “non si tratta di raccogliere qualche soldo per sopravvivere” ma di trovare le risorse per una battaglia di libertà che non riguarda solo “il Manifesto”.

Ecco l’appello lanciato dal giornale e se volete, poi, in basso c’è qualche istruzione su come partecipare alla campagna di sottoscrizione.

I tagli ai finanziamenti per l’editoria cooperativa e politica non sono misurabili «solo» in euro, in bilanci che precipitano nel rosso, in giornalisti e poligrafici che rischiano la disoccupazione. Sono lo specchio fedele di una «cultura» politica che, dall’alto di un oligopolio informativo, trasforma i diritti in concessioni, i cittadini in sudditi. Non sarà più lo stato (con le sue leggi) a sostenere giornali, radio, tv che non hanno un padrone né scopi di lucro. Sarà il governo (con i suoi regolamenti) a elargire qualcosa, se qualcosa ci sarà al fondo del bilancio annuale. Il meccanismo «tecnico» di questa controrivoluzione lo abbiamo spiegato tante volte in queste settimane (e continueremo a ricordarlo), ma il senso politico-culturale dell’operazione è una sorta di pulizia etnica dell’informazione, il considerare la comunicazione giornalistica una merce come tante altre. Ed è la filosofia che ha colpito in questi ultimi anni tanti altri beni comuni, dal lavoro all’acqua.

Noi ci batteremo con tutte le nostre forze e pubblicamente contro questa stretta: porteremo questo obiettivo in tutte le manifestazioni dell’autunno appena iniziato, stringeremo la cinghia come abbiamo imparato a fare in 37 anni di vita difficile ma libera, incalzeremo la politica e le istituzioni perché ne va della democrazia, spenderemo l’unico nostro patrimonio, cioè il nostro lavoro, per fornire il supporto giornalistico a questa battaglia di civiltà. E ci apriremo all’esterno ancor di più di quanto abbiamo fatto fino a oggi per raccogliere forze e saperi nuovi e capire come essere più utili a chi si oppone ai poteri che ci vogliono morti.

Faremo tutto questo, come sempre e più di sempre. Ma oggi siamo di nuovo qui a chiedere aiuto ai nostri lettori e a tutti coloro che considerano un bene essenziale il pluralismo e la libertà d’informazione. A chiedervi di sostituire ciò che questo governo ci nega con uno sforzo collettivo. In un panorama politico e culturale disastrato, di fronte alla lunga sconfitta che in un ventennio ha smantellato la stessa idea di «sinistra», non ci rassegneremo alla scomparsa. Perché, a differenza del protagonista di «Buio a mezzogiorno» di Arthur Koestler, non crediamo che «morire in silenzio» sia una lodevole testimonianza finale. Se questo governo e i poteri che rappresenta vogliono chiuderci, noi vogliamo riaprire. Con tutti voi, perché altrimenti è impossibile.

Campagna di sottoscrizione:

– On line (versamenti con carta di credito sul sito ed è il metodo più veloce ed efficace);

– telefonicamente (sempre con carta di credito, al numero 06-68719888, o via fax al numero 06-68719689. Dal lunedì al sabato, dalle ore 10,30 alle 18,30. Dove potete telefonare anche per segnalare, suggerire e organizzare iniziative di sostegno);

– bonifico bancario (presso la Banca popolare etica – Agenzia di Roma – intestato a il manifesto – IBAN IT40K0501803200000000535353);

– Con Conto corrente postale (numero 708016, intestato a il manifesto Coop. Ed. Arl. – via Bargoni 8 – 00153 Roma).

Mi hanno sfilato Lucania Lab da sotto i piedi

L’altra sera sono entrato in Second Life e sono atterrato su Lucania Lab (che era l’ultimo posto visitato qualche giorno prima) ma appena messo i piedi per terra mi hanno sfilato di sotto tutto il Lucania Lab

ecco le pietre di Lucania Lab

ecco le pietre di Lucania Lab

ecco il vuoto lasciato da Lucania Lab

e questo è il vuoto lasciato da Lucania Lab.

🙂

Che belle impiegate

Oggi al telegiornale vedo il nostro premier mentre parla in una conferenza stampa dopo aver visitato la sede di Poste Italiane. Nell’intento di fare un complimento all’azienda (così come fece per Barack Obama dicendogli che era «bello, giovane e abbronzato»), ha dichiarato di aver visto  anche «tante impiegate e pure belle…. complimenti all’ufficio del personale».
Probabilmente Silvio è talmente convinto che il concorso alle poste venga superato in bikini, come  per le veline di “striscia la notizia” che nessuno dal pubblico ha osato dirgli la verità.

Ma poi perché rovinargli questa illusione, in fondo illudendoci si vive meglio e pure senza tensioni.