Il DRM (Digital Rights Management) è il sistema attraverso cui si gestiscono i diritti d’autore “digitali”, ovvero la protezione che l’autore (o l’editore) imprime al proprio prodotto (testi, audio, video, ecc…) per salvaguardarlo da eventuali copie non autorizzate. Anche chi raramente legge un libro “non di carta”sicuramente ne ha sentito parlare, così come avrà dimestichezza con sigle come ePub e PDF; forse un po’ meno con IDPF (International Digital Publishing Forum) ovvero con l’organo che gestisce lo standard ePub.
Proprio in questi giorno l’IDF ha lanciato un nuovo tipo di DRM che viene definito più “leggero”. Si tratta dell’ePub LCP e la sua leggerezza sta tutta dentro una minore protezione dei contenuti (“lightweight content protection”).
Questa minore rigidità potrebbe essere fondamentale sia per realizzare uno standard unico nel settore editoriale e conseguentemente una maggiore diffusione e circolazione dei contenuti digitali, ma anche un abbassamento dei costi delle operazioni di protezione che oggi, invece, devono tener conto dell’hardware e del software dell’utilizzatore (potenza e memoria del processore, encryption keys, key obfuscation, ecc…).
L’idea è più o meno quella di sfruttare l’esperienza di iTunes che viene citata come una buona pratica di protezione che che anziché allontanare il cliente con la rigidità dei sistemi di sicurezza lo cattura con una maggiore semplicità e una minore intrusività.