Si chiama Three Percent il blog dedicato alla letteratura tradotta negli USA curato da Chad Post che è anche il direttore di Open Letter, una casa editrice che pubblica esclusivamente opere in traduzione, e anche autore del libro “The Three Percent Problem“.
Il “tre per cento” è un problema perché soltanto tale quota dei libri pubblicati negli USA (ma anche nel Regno Unito) è tradotto da altre lingue. Addirittura la traduzione di opere di narrativa scendono allo 0,7%, mentre in Italia circa il 20% dei libri pubblicati sono tradotti da altre lingue.
Chi ce ne parla è Silvia Pareschi (una traduttrice che vive a San Francisco e che ha tradotto i libri di Don DeLillo, Junot Diaz, Nathan Englander, Alice Munro, Cormac McCarthy, Denis Johnson) in un bellissimo post pubblicato su Nazione Indiana.
Io vi consiglio di leggervi il post ma voglio sottolineare almeno due concetti conclusivi:
1. negli USA i traduttori, a fronte di una percentuale così piccola, sono sostenuti anche dalle istituzioni mentre in Italia il numero si inverte e a diventare piccolo è il sostegno del Ministero per gli Affari Esteri (“25.000 euro – ferme restando le attuali disponibilità di bilancio”) che però viene erogato agli editori e non ai traduttori;
2. alla domanda della Pareschi se avesse mai ricevuto una sovvenzione dal governo italiano per una traduzione, Anne Appel risponde: “Noi siamo sempre in cerca di libri da pubblicare, eppure sentiamo parlare piuttosto raramente di quelli italiani, perché gli organismi che sostengono e promuovono la letteratura tedesca e francese, per esempio, non esistono per quella italiana. Molti editori non ci mandano neppure i loro cataloghi.”