Instagram for dummies

foto di Mangin

Brad Mangin doveva sostituire il suo vecchio telefonino e, un po’ come tutti, decide di acquistare l’ultimo iPhone 4S appena uscito. Tornato a casa inserisce la sim, trasferisce i contatti nella rubrica e prova anche a fotografare i suoi gatti. Il risultato lo sorprende abbastanza, ma ciò che lo stupisce di più è un’applicazione che restituisce immagini in un formato quadrato, proprio come quello delle vecchie Polaroid, con l’aggiunta di effetti davvero interessanti.

Non c’è niente di particolare in tutto ciò se non il fatto che Brad è un fotografo sportivo free lance abbastanza noto e che alla partita tra i Los Angeles Angels e gli Oakland Athletics , lascia la borsa con la fedele Canon 1D Mark IV  a bordo campo, e si reca negli spogliatoi per fare il suo servizio pre-sportivo soltanto con l’iPhone. Le foto, successivamente “instagramate” da Mangin, saranno un nuovo modo di raccontare  il Baseball su Sports Illustrated.

Ho riportato questa storiella per due motivi: il primo per diradare le nuvole davanti agli obiettivi degli smartphone liberando il campo dai preconcetti di quei “puristi” che non escono di casa senza il cavalletto e il secondo per contribuire e confortare tecnicamente il gruppo di potenzadigitale  che, da un’idea di Sara,  vuol raccontare Potenza proprio con Instagram (le foto vengono scelte e poi pubblicate sul Tumblr).

Ecco i tre punti cardine per chi vuol personalizzare le proprie “instaphoto” (Mangin usa un iPhone 4S, ma i consigli valgono anche per chi possiede uno smartphone Android):

1)      scattare la foto con l’iPhone senza alcun effetto;

2)      editare l’immagine con le seguenti app:  Snapseed (per convertire le foto in bianco e nero e lavorare sui toni, costo € 3,99), Dynamic Light (per dare un tono più cupo al cielo e potenziare i colori, costo € 0,79) e  Camera+ (per modificare colori e effetti, costo € 0,79);

3)      caricarla in Instagram e applicare la cornice e un filtro, per esempio “Lo-Fi” (se si vuol potenziare il contrasto e i colori) o “Early Bird” (se si vuole l’effetto seppia).

 

Non sono più juventino

Il 30 giugno si è conclusa la storia di Alessandro Del Piero con la Juventus. E’ scaduto il contratto che ha legato per 19 anni il calciatore con il club bianconero. Si, è vero, in questo blog non mi sono quasi mai occupato di calcio ma la vicenda è particolarmente significativa per me che sono (ero) juventino e grande estimatore di Del Piero.

Nella mia lunga “militanza” da tifoso ho avuto poca grande-passione per i calciatori tranne che per Sivori, del quale, in verità, conservo più un’immagine mitica che reale poiché lo ricordo a mala pena con la maglia del napoli; o  per un difensore di ruolo come Billy Salvadore che cercavo di imitare nelle partite che d’estate facevamo nello spiazzo davanti casa e d’inverno, insieme ai miei fratelli, dentro casa tra la disperazione di nostra madre. Infine per Del Piero, inventore di un gesto atletico che porta il suo nome: un gol con un tiro da sinistra a rientrare verso l’incrocio dei pali.

E’ lui “il personaggio che meglio incarna il valore della sportività negli ultimi 50 anni”  ed è sicuramente lui il campione più amato dagli italiani.

Di Del Piero ho apprezzato il suo “preciso” rapporto professionale con la squadra, la sua genialità “regolare”, il senso del sacrificio, il rispetto per avversari, la qualità tecnica del gioco e anche se ciò non fosse bastato a fare di lui un campione ci sono sempre i numeri che, per tanti, contano come unico elemento di valore.

Numero delle presenze con la Juventus

  • Alessandro Del Piero: 705
  • Gaetano Scirea: 552
  • Giuseppe Furino: 528
  • Roberto Bettega: 481
  • Dino Zoff: 476
  • Giampiero Boniperti: 466
  • Sandro Salvadore: 450
  • Franco Causio: 447
  • Antonio Cabrini: 440
  • Antonello Cuccureddu: 433

Numero di goal segnati con la Juventus

  • Alessandro Del Piero: 290
  • Giampiero Boniperti: 183
  • Roberto Bettega: 178
  • David Trezeguet: 171
  • Omar Sívori: 167
  • Felice Placido Borel II: 161
  • Pietro Anastasi: 131
  • John Hansen: 124
  • Roberto Baggio: 115
  • Federico Munerati: 114

Sto ripetendo cose scritte e riscritte un po’ da tutti ma lo faccio soltanto per annotare qui il mio disappunto per la scelta incomprensibile di una squadra verso il suo campione.

Bastavano poche e scarne considerazioni per tenersi stretto un calciatore consacrandolo definitivamente bandiera e simbolo della squadra e invece no, la Juventus non l’ha fatto ed ha tentato più volte di liberarsene anche dopo che il campione firmava contratti “in bianco“.

Oggi lo so che è difficile lasciare la squadra per la quale si è tifato per tanti anni, ci vogliono forti motivazioni o cocenti delusioni.  C’è una fase nella vita, ma proprio quando si è molto piccoli, che queste cose ti riescono meglio, dopo è più complicato. Ma anche se ho resistito, a fatica, al caso Moggi questo “licenziamento” proprio non riesco a mandarlo giù.

Il tifo è una cosa strana, è un amore completamente sbilanciato che per quanto ti sforzi non riesci ma a trovarci qualcosa di razionale, però non è sempre possibile tifare al di là di tutto. Almeno, credo e spero di no.

Ecco, io  non sono più juventino,  tutto qui.