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Roma, 06-10-2009

Silvio Berlusconi “e’ sereno e fiducioso nella stragrande maggioranza dei magistrati
italiani”. Cosi’ il ministro per i Beni culturali e coordinatore del Pdl, Sandro Bondi, ospite di Ballaro’, descrive lo stato d’animo del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi alla vigilia della decisione della Consulta sul Lodo Alfano e dopo la sentenza sul Lodo Mondadori.

“Il Lodo Alfano non e’ una legge per coprire i processi a carico di Berlusconi – sostiene Bondi – alcune accuse verso di lui si riveleranno infondate. Il Lodo e’ una sospensione dei processi senza che questi cadano in prescrizione”. Il coordinatore del Pdl pero’ ritiene che “ci sia qualcosa di sospetto”: “non vogliamo concorrere al clima di furore
giacobino ma da quasi venti anni c’e’ un clima avvelenato e uno scontro tra una realta’ democratica, rappresentata da Berlusconi che cerca di governare bene e una sinistra che da 16 anni disconosce e disprezza il voto del popolo”. Ma, assicura Bondi,
“piu’ la sinistra insiste e piu’ ci rafforza perche’ noi non molleremo mai rispetto al mandato del voto popolare”.

In Italia c’e’ “il pericolo di un nuovo autoritarismo”, e se Berlusconi dovesse avere torto sul Lodo Alfano “non accetterebbe e potrebbe reagire in modo poco
democratico”. Lo ha detto Dario Franceschini nel corso di “Ballaro'”. Franceschini punta l’indice sulla classe dirigente del centrosinistra che ha ignorato, quando ne
aveva la possibilita’ tra il ’96 ed il 2001, la questione del conflitto d’interessi berlusconiano. “Il nostro campo”, ha detto intervenendo a “Ballaro'”, ha la “responsabilita’ imperdonabile di non aver fatto questa legge” in quei cinque
anni, “e se ne vedono le conseguenze”.

Silvio è super partes e non inter partes ecco perchè gli spetta l’immunità.

Mister blog

Luca Tremolada sulla prima pagina  de ” Il Sole 24 Ore” di oggi, parla della pubblicità occulta, attraverso blog e social network, che sembra entrata nel mirino della Federal trade commissions(l’agenzia che si occupa delle regole del commercio negli USA).  Non si tratta di una nuova legge, come sottolinea Luca De Biase nelle pagine interne del giornale, nè di una nuova campagna anti-blogger, ma soltanto di “una raccolta di chiarimenti” intorno alle leggi già in vigore che regolano il commercio americano.

In sostanza se fai pubblicità attraverso blog o social network è lecito ma soltanto se lo si dichiara apertamente.  Il principio non mi sembra affatto di poco conto resterà aperto, credo, il problema di come farlo rispettare.