La scissione prossima

Dopo il licenziamento di Sansonetti da direttore di “Liberazione” nel partito della rifondazione, se qualcuno non se ne fosse ancora accorto, la divisione è ormai definitiva e irreparabile.  PRC si spacca in due, come una mela:  metà da una parte, metà dall’altra e Ferrero con il picciolo in mano.

Proviamo a dare una definizione sintetica e alla buona di queste due aree.

Una, quella che in più possiede il picciolo, che potremo definire “mistica”, è tutta prona nella ricerca di una posizione politica che scaturirà solo dopo una lunga e mistica ricerca, in solitaria, della propria identità, della propria essenza.

L’altra, deninita dalla prima “la quinta colonna del PD”,  sogna ad occhi aperti di andare in treno da Filadelfia aWashington, ma se questo non sarà possibile anche Bari Centrale-Roma Termini va bene.

La separazione ormai è cosa fatta e Alessandro ne approssima i contorni politici, con l’amarezza di chi è stato sempre lì, in attesa delle prove generali della scissione che avverranno a Chiangiano il prossimo 24 e 25 gennaio.

L'uomo invisibile

Una rilettura tardiva de “L’uomo invisibile” (Ralph Ellison,  1952), forse potrebbe giovare alla comprensione del cambiamento ?

Lo pensa Alessandro Portelli e ne parla su “Il Manifesto” sottolineando due frasi del discorso di Obama che fanno riflettere più di tutte le altre:

– l’America è un paese di cristiani e mussulmani, ebrei e indù e di non credenti

– l’America e quel paese dove un presidente che è appena andato via parlava direttamente con Dio e affermare, in un momento così solenne, che anche chi non crede è un cittadino come gli altri non è uno scherzo.

Quanto ti fa l'avatar

Tonyno Vella riporta una curiosità che riguarda  il consumo energetico su Second Life.

Sembra che un avatar consumi mediamente 1,752 kW-h (cioè più energia di quanta ne possa consumare un cittadino del Terzo Mondo) ma sempre niente al confronto di una ricerca giornaliera su google che produce l’equivalente di una tonnellata e mezza di Co2.

Ma se siete interessati all’argomento leggetevi il post su Mytech.

L’unica conclusione che ne ho tratto io è che sembra che la colpa sia tutta di google…   mah…

Il cappello alla romana

Lukemary Slade (Luca Splodi) mette nel sacco della Befana un po’ di domande su Second Life (che cos’è, che rapporto si ha, quali speranze, delusioni ed esperienze) e per iniziare racconta la sua esperienza nel metaverso. Mentre Alberto Cottica spera tanto che Second Life possa significare un “meshup tra RL e mondi metaforici basati su tecnologia semplice ed economica e su una buona comprensione dell’uso sociale del mezzo. Meno viaggi, meno costi, più accesso“.

Io sono “sbarcato” in SL nell’agosto del 2007 e poco dopo, aderendo a un meme, da buon niubbo ne parlai qui in maniera molto istintiva. Per me quel post ha ancora un buon valore ermeneutico e rimando, pertanto,  a un prossimo futuro le ulteriori considerazioni frutto di un mio studio più specifico.

Al momento posso solo invitarvi al Kublai Camp di Roma con l’amarezza di chi non potra esserci.

Facebook: il peggio del meglio

“Come sei capitato su Fb ?”

“Boh, m’ha tirato dentro un amico …”.

Fb sta per Facebook il socialnetwork più generalista in assoluto (proprietario Mark Zuckerberg, un giovane americano di 23 anni) che insieme a Myspace (il social network del magnate australiano Rupert Murdoch) si gioca la posta della rete sociale più frequentata.

Facebook attira e continua ad attirare per l’estrema semplicità con cui si costruisce un proprio spazio: basta creare un profilo, magari mettendoci una bella foto e aspettare che gli amici che ti “aggiungono” come contatto facciano il resto.

Giuseppe che ci annuncia il 2009 con qualche inquietante previsione, in parte anticipa di poco la riflessione di un amico che tempo fa mi confessava di aver trovato in Facebook l’appagamento sociale che il proprio blog non gli procurava (scarsi o nessun commento ai propri post) indipendentemente da quando e come aggiornava i propri post. Insomma Facebook da molta forza alle relazioni tra utenti più che all’utente stesso. Nella stragrande maggioranza dei casi si cercano persone note e ci si addensa in gruppi scolastici, di tifosi di qualche sport o di star a vario titolo. In una giornata arrivano una infinità di giochi, quiz, cause varie, test di intelligenza e  gruppi di conoscenti che anche solo con il semplice accesso ti fanno sentire più “sociale”.  Ovviamente quello che, oggi, viene definito come “social spam” è sempre in agguato.

La “3 UK” prima di lanciare il proprio “socialfonino“  aveva indagato il target di riferimento scoprendo, tra le altre cose, che il 36 % dei lavoratori inglesi si connetteva a un social network dalla sede di lavoro, ma in Italia lo faceva il 58 %, in Germania il 56%, in Francia il 53% e in Spagna il 41%.

La sensazione è che “siamo tutti dentro”  e anche se Facebook non è il “Panopticon” di Bentham comequalcuno ha teorizzato, ci obbliga a una certa sovraesposizione.  In sostanza quando il “social net-work” si allarga e diventa molto “social” poco “net” e per niente “work” viene fuori il meglio e il peggio: in sostanza viene fuori tutto. Viene fuori la società così com’é nuda e cruda, senza filtri.

Anche se, dopo  il grande assalto europeo, Facebook censura a tutta forza tenendo fede a una “propria” singolare linea di condotta (politici troppo “quotati”, spammoni, mamme che allattano, giovanette che sculettano, gruppi estremisti, ecc…) le società vengono fuori comunque  in tutta la loro reale “bruttezza”. E’ così che l’utentestandard si ritrova assalito dalla inebriante condivisione dell’eccesso (poi quelli che si interrogano sull’abbassamento della soglia della privacy, non hanno il coraggio di condannare direttamente il mezzo, così come fecero, e continuano a farlo, i demonizzatori della TV di fronte all’ondata di real-tv e/o trash-tv). Una condivisione in parte sopportata dall’accettazione implicita dei settaggi di default (non scopriamo certo oggi che l’utente medio, cioè la maggioranza, accetta tutto di default, così come la storia di Windows ci insegna) e in parte voluta attraverso una ferma volontà di mostrare, mostrarsi e farsi trovare (il solito fermo e ben saldo concetto di esibizione).

In mezzo ? I soliti furbi ! Gli “approfittatori”: quelli che fino alla fine degli anni ottanta hanno cercato di venderti una enciclopedia bloccandoti la porta di casa con un piede;  quelli che poi hanno abbandonato la cultura e sono passati all’attrezzatura e che pur di venderti un folletto o un bimbi avrebbero fatto le pulizie di pasqua alla tua casa e avrebbero cucinato per l’intero condominio.  Sono gli stessi che per tutti gli anni novanta hanno inzeppatoi loro siti e portali di banner pubblicitari e link-spara-dialer e che con gli anni duemila hanno raffinato i loro contenuti promuovendo se stessi e le proprie cose continuando a riempirti la casella di posta. Per non parlare diquelli che nell’era del blog hanno pubblicizzato soltanto i propri libri oppure quei giornali che hanno soltanto messo on line la propria agenda setting (oltre alla pubblicità ovviamente). Aggiungiamo a tutto questo anche isurfisti del nuovo (quelli che cavalcano le onde e che ogni fenomeno è buono comunque per venderci un libro – l’Espresso con Second Life e Nòva24Ore con Facebook) e da ultimi quell’esercito di persone che creano sempre “eventi” per vendere pacchetti-party per ogni tipo di festa. E se questa è solo una piccola parte della nostra società, non dimenticatevi degli scalmanati del calcio (queli che il lunedì si accapigliano nei bar, negli uffici o in piazza per un fuorigioco) o degli irriducibili nostalgici del ventennio fascista e giù, fino in fondo,  a quelli che sostegono pubblicamente dei boss mafiosi come Totò Riina e Bernardo Provenzano. Pensate che su Facebook ci sono quasi  mille fan di Provenzano, cinquemila di Riina e numerosi gruppi che richiamano nel loro nome lamafia, la camorra, la ndrangheta e la sacra corona unita.

Come si chiude il cerchio ?
Per esempio quest’ultimo con il gruppo  “Fuori la mafia da Facebook” che raccoglie, al momento, più di 41milaiscritti (e ovviamente ne parla la stampa nazionale ed estera) e si contrappone massicciamente ad uno sparuto gruppo che anche nella “società reale” è minoritario ma che non riesce ad esserne espulso.

Ecco Facebook è tutto questo e molto altro ancora e credo che il nostro futuro non potrà mai essere da meno, “da più” sicuramente !

:)