#copiaincrozza ovvero il delirio del copyright di Twitter

crozza a ballaròCos’è successo in questi giorni? Semplice, Crozza ha pronunciato alcune battute nella trasmissione “Ballarò” che, secondo alcuni, erano state prese pari pari da Twitter.

Tutto qui? Esatto, tutto qui ma solo per persone strane come me, certamente non per i twitteraniduriepuri a cui non va giù che alcune battute su Alemanno o su Ratzinger non siano farina del sacco del comico. La colpa: non aver “citato la fonte”! E di quale fonte parliamo? Stiamo parlando di un social network che per sua natura condivide e replica informazioni ma non credo che si preoccupi di certificarne le fonti.

Se scrivo una breve battuta su un social qualsiasi che poi replico “automaticamente” su mio blog, su Twitter, su Facebook, su Google+, ecc… c’è qualcuno che verrà a controllare le mie fonti? Magari ho sentito la battuta sul treno e lo twittata, sono io l’autore? Posso indignarmi e creare un hashtag contro chiunque replichi quella battuta? E tutti quelli che la replicano retwittandola (RT) hanno verificato le mie fonti? Se no, sono complici di reato?

Insomma un social network che fa della ridondanza il suo lavoro principale e, soprattutto, la sua fortuna con che diritto può indignarsi? Soltanto perché Crozza non ha anteposto un RT? Ma i signori del #copiaeincrozza hanno verificato le fonti di quelle battute così vecchie che io avevo già letto in rete e certo non in Twitter.

Come diceva Totò…   ma mi facciano il piacere.