Google Wave

google_wave

Io, per inciso, vi dico subito che ho ancora 4 inviti disponibili e non so proprio a chi darli quindi se me li chiedete ve li invio “aggratis”.
La mia amica Catepol ribadisce un’idea di Dario Salvelli che consiste nell’offrire inviti per Google Wave a “patto e condizione” che chi vuole l’invito commenti il suo post e si impegni a scrivere, sul proprio blog, un post interamente dedicato all’applicazione di Google (identica cosa è stata fatta anche da Geekissimo).Ma il problema centrale mi sembra proprio quello annunciato nel post di Salvelli il quale si la menta del fatto che per il momento non lo usa nessuno.Forse perchè Google Wave è “troppo” corposo (riunire in un sol colpo posta elettronica, instant messaging, social network e condivisione di file) o troppo “nuovo” rispetto ai nostri lenti processi di comunicazione e collaborazione in rete.Comunque è ancora in beta ma ha già una pagina su Wikipediadeiblog tutti suoi e un pullulare di persone che distribuiscono inviti, ma nessuno da noi sembra ancora farci granchè.

Io, confesso, di non usarlo ancora ma credo che l’idea di “piattaformizzare” il lavorare in rete non sia peregrina e su questo terreno si giocherà tutto il prossimo futuro.

Ma la notizia un po' originale…

feltri_boffo
La signora Eva scrive al direttore de “il Giornale”, Vittorio Feltri: “ho letto nel suo fondo alcune considerazioni su Dino Boffo, il direttore di Avvenire che si dimise in seguito a una intricata vicenda di molestie. Devo dirle che mi sono sempre domandata perché una cosa così piccola sia diventata tanto grande al punto da procurare un fracasso mediatico superiore a quanto meritasse. Lei che ha acceso la miccia che ne dice a distanza di tre mesi?”Cos’era successo ? Dino Boffo, direttore di “Avvenire“, era stato condannato nel 2004 per molestie telefoniche a una ragazza di Terni e Gabriele Villa, a fine agosto, su “il Giornale”  elabora quella notizia così originale (in verità già pubblicata tempo prima da “Panorama”) con grande spreco di inchiostro.

Boffo è stato a suo tempo querelato da una signora di Terni destinataria di telefonate sconce e offensive e di pedinamenti volti a intimidirla, onde lasciasse libero il marito con il quale il Boffo, noto omosessuale già attenzionato dalla Polizia di Stato per questo genere di frequentazioni, aveva una relazione.

A tre mesi di distanza da quella notizia si aprono i fascicoli giudiziari e si scopre che Boffo “non risulta implicato in vicende omosessuali, tanto meno si parla di omosessuale attenzionato“.
Feltri rispondere allora alla “gentile signora” che intanto il gioco l’aveva iniziato “Panorama” (“sia pure con scarsa evidenza”), che si era in clima “di fuochi d’artificio sui presunti eccessi amorosi di Berlusconi” e che anche “l’Avvenire” diretto da Boffo, solitamente “pacato e riflessivo, cedette alla tentazione di lanciare un paio di petardi” insieme a quelli di “Repubblica”.

E allora di fronte alla ghiotta occasione di sistemare qualche conto perchè non mettere in croce il povero Boffo?

Ma invece di scusarsi per aver dato corpo e sostanza a una “bufala”, Feltri accusa ancora Boffo che in piena baraonda ha preferito  “segretare il fascicolo” invece di renderlo pubblico, impedendo “di verificare attraverso le carte che si trattava di una bagattella e non di uno scandalo“.

Quindi, qual è la conclusione di questa vicenda ?

Capire cos’è più importante nel “dare le notizie”: avere un obiettivo preciso da colpire, cercare un qualsiasi fatto che appesantisca la carica e colpire fino in fondo.

Ma se poi viene fuori che le cose non stanno proprio così ?  Pazienza, mica stiamo qua a verificare le notizie !

La sostenibile leggerezza del nobel

Con buona pace del nobel Barack Obama rinforza la presenza americana in Afghanistan inviando altri 30mila soldati e chiedendo un rinforzo anche dagli altri paesi Nato.

Questo “nuovo” piano militare costerà agli americani 30 miliardi di dollari in più (in aggiunta ai 130 miliardi già stanziati e che il Congresso si appresta a votare) che farà salire il costo complessivo di questi nove anni di guerra vicino ai mille miliardi; più o meno la stessa cifra prevista per finanziare la tanto annunciata riforma sanitaria.

Il nuovo finanziamento che occorre adesso sarà, con molta probabilità, recuperato da una tassazione ad hoc così come era già stato annunciato da Nancy Pelosi.

Ma se Fidel Castro si è chiesto se Obama merita il Nobel con una misera riduzione di emissioni di CO2 e Michael Moore si impressiona soltanto al pensiero di   indossare i panni del presidente, per questi nuovi soldati che andranno a morire, Noam Chomsky invece ci aveva visto lontano. In un’intervista del 23 ottobre sul “Venerdì  di Repubblica”, il noto linguista e filosofo americano aveva detto che Obama meritava si il nobel ma soltanto “per la comunicazione”. Come a dire, tutto fumo e niente arrosto.

Chomsky aveva predetto le intenzioni  di Obama di inviare nuove truppe in Afghanistan deducendolo anche da quegli inspiegabili ampliamenti del personale diplomatico nelle regioni di guerra che proseguivano semplicemente un vecchio progetto di Bush.

Alla domanda di Emilia Ippolito di “Repubblica” se Obama in qualche modo ricordava JFK, Chomsky risponde: “ricordo che ai tempi di John Kennedy i miei colleghi di Harvard erano onoratissimi di andare a Washington per parlare con l’allora presidente. Oggi i miei colleghi del MIT considerano un onore stringere la mano all’attuale presidente.”

Sembra proprio che la storia debba ripetersi inesorabilmente e  se non sarà un nuovo Vietnam sicuramente somiglierà tantissimo alle vicende di Gorbaciov del 1985.