Non potevo non inserire anche qui (dopo averlo già fatto su FaceBook) il montaggio che ha fatto Luigi per dimostrare a me quella certa somiglianza con il grande Totò (porcamiseria….).
Che dire, grazie Luigi. 🙂
Condividere saperi, senza fondare poteri
Non potevo non inserire anche qui (dopo averlo già fatto su FaceBook) il montaggio che ha fatto Luigi per dimostrare a me quella certa somiglianza con il grande Totò (porcamiseria….).
Che dire, grazie Luigi. 🙂
Mentre leggo “Umanità accrescita” di Giuseppe, inciampo in una pagina de “La Gazzetta del Mezzogiorno” dedicata a una scuola superiore di Acerenza (PZ), dove in un paio di articoli si racconta, con estrema semplicità, la natura maligna e “oscura” dei mondi virtuali (o metaforici).
Il filo conduttore che unisce gli articoli scritti dai ragazzi dell’ITC di Acerenza è il racconto di una umanità che “decresce” all’interno della rete e delle esperienze “virtuali”.
Questa “umanità decrescente” (così com’é probabilmente abbarbicata nella mente di qualche insegnante) è rudemente e approssimativamente descritta come “generazione in oblio”, perennemente in tentazione e in pericolo di completa perdizione. La retorica si spreca e più che di ignoranza (o inconoscenza, come direbbe un amico) si tratta di una formazione culturale tardo-cattolica che ha sempre fatto della “caccia alle streghe” la corazzata invincibile:
«entrando in diretto contatto con le innovazioni, ci si rende conto che non sempre se ne traggono benefici».
Come si fa a raccontare un mondo non conoscendolo affatto ?
Sarebbe bastato che l’insegnante avesse chiesto ai propri alunni: “quanti di voi conoscono e usano un videogioco ?”, per spalancare le porte di un mondo a lui sconosciuto; un “mondo nuovo”, da esplorare, dove quei ragazzi sarebbero stati insegnanti, di umanità e di tanto altro ancora.
Ma il professore che ha perso quest’occasione si può consolare e dannarsi perchè «questo micro monitor ci apre una finestra su di un macro (macabro) mondo, che per l’abissale spazio ci spaventa».
Potenza si è svegliata stamattina avvolta in una lunga striscia rossa che attraversa i vicoli, le scale e le strade del suo centro storico.
L’idea, così come raccontata dal TG3, è quella di creare un filo d’unione con i monumenti e le opere d’arte in modo da guidare il turista lungo i percorsi storico-artistici dell’antico centro potentino.
Io ho fatto un giro per la via Pretoria (vi metto qui l’immagine) e la sensazione che ne ho ricevuto è stata quella di una città che si prepara a qualche evento con la creazione di zone “off limits”.
Forse sarebbe stato meglio una linea molto più sottile e soprattutto un colore diverso.