Pressappochismo, malattia infantile del giornalismo

Un consigliere provinciale di Potenza, Gianluca Manzi (qui l’elenco dei nostri amministratori provinciali), scrive una lettera “aperta” al ministro Brunetta per denunciare il “fannullismo” lucano nella pubblica amministrazione.

Risalto viene dato a questa notizia da Mara Vizzo sulle pagine di “Controsenso“, un giornale locale a distribuzione gratuita, del 28/3/09.

Entrambi, politico e giornalista, più che dimostrare l’entità del “fannullismo” mettono in mostra il “pressapochismo” della notizia e dell’informazione.

Il capogruppo dei verdi in consiglio provinciale, cercando di cavalcare la trigre del malcontento popolare, si lega al coro dei tanti che vedono internet come il male estremo della pubblica amministrazione e dunque dello spreco pubblico.

Le accuse “generiche” fatte ai lavoratori sono di quelle che fanno accapponare la pelle: “i lavoratori della Pubblica Amministrazione sarebbero propensi a distrarsi on line, trascorrerebbero diverse ore a comunicare con amici e parenti, a scambiare foto e video, a espletare, insomma, tutte quelle pratiche del web che oggi vengono riassunte sotto il termine generico di social networking“.

Come biasimare Manzi ? Dice la Vizzo la quale, aggiunge il carico da novanta: “i dati parlano molto chiaro“…  Ma quali sono i dati allarmanti ?

La solerte giornalista cita prima un dato che riguarda le visite globali fatte a Facebook in Italia (ma attenzione non si cita alcuna fonte) di «1 milione e 300 mila» e poi una ricerca condotta dalla NUS Business School dell’Università di Singapore che è del 2008 di cui su WebMaster Point del 22 settembre 2008 potete leggere qualche cosa !!!

Ma non è tutto. Oltre a riciclare una vecchia notizia, la giornalista rigira la frittata utilizzando dati che nella ricerca originale invece rilevano l’esatto contrario di quanto si cerca di sotenere nell’inetro articolo di Controsenso.
I rsultati della ricerca indicano che questa attività “non sottrae
produttività, anzi, rende il lavoro più piacevole e predispone il
dipendente a un atteggiamento più positivo nei confronti degli impegni
che deve portare a termine”.


Ma il problema è sempre lo stesso, si lanciano accuse generiche di “fannullismo” senza il dovere di dimostrare alcunchè portando a supporto dati ancora più generici che riguardano l’intera popolazione italiana e addirittura mondiale, per concludere cosa ? Che bisogna contenere lo spreco attraverso “intranet e non internet” e limitando le visite ai siti ufficiali.

Ma lo sanno il nostro consigliere provinciale e la nostra giornalista filo brunettiana che mezzora di vita di “un’auto blu” costa più di un mese di navigazione internet di mille dipendenti ?  Che 60 minuti di inattività di un dipendente pubblico costano assai meno di un minuto di inattività di un consigliere provinciale ? E che tra i tanti “enti inutili”  il suo caro Brunetta mette proprio al primo posto le Amministrazioni provinciali ?

iPhone 3.0

Si, se ne parla, anche molto, quindi vuol dire che la campagna di lancio è iniziata bene e se ancora non conoscete tutte le novità del nuovo firmware per l’iPhone potete trovare qui quanto basta e avanza.

In giro, ovviamente, c’è una beta  e chi l’ha provata conferma in qualche modo il mio sospetto: Apple cerca di far somigliare il proprio iPhone sempre di più a un telefonino.

Perchè acquistai l’iPhone ? Un po’ perchè in quel periodo ero alla ricerca di un nuovo telefono poichè il mio mi aveva letteralmente abbandonato e il desiderio di uno smartphone era molto forte. Passai dunque al setaccio tutto ciò che il mercato offriva in quel momento dividendoli, all’inizio, per S.O.:

Symbian, il più diffuso grazie Nokia e poi Palm, Windows (Pocket PC e Mobile Smartphone), BlackBerry,BREW e Linux.

Ma nella ricerca mi colpì anche il neonato di casa Apple che, a metà strada tra un iPod, un telefono e un palmare stuzzicò la mia fantasia.  Nello stesso periodo lo stesso dubbio assilava Giovy il quale dal blog lanciava  riflessioni utili proprio a chi, come me, viveva il “bilico” come stagnazione. Quale occasione migliore che bombardare di richieste uno come Giovy (che, bisogna dirlo, le cose le fa con i piedi per terra).

Ecco la decisione finale, lo compro… ma aspetto che arrivi quello bianco perchè “fa più Apple”

myiphone

Alla fine l’acquistai, forse, proprio perchè  era un po’ meno telefono, nel senso che gli mancavano gran parte di quelle funzioni che lo potessero definire tale.

Ma adesso il nuovo firmware glie le aggiunge tutte… sarà meglio ? sarà peggio ? boh…  Ma tanto, poi, è già pronto il 4G.

Il cannocchiale e i cattocomunisti

berluscanno

«Franceschini è un cattocomunista», ha sentenziato Silvio Berlusconi durante la consegna del premio “Oscar alla politica” organizzato da “Il Riformista“.

Perchè questa definizione così realistica, anche se datata, dell’attuale leader del PD ?  Qualcuno ha pensato alle influenze di Baget Bozzo, o a una delle sue solite boutade, di quelle che non hanno un retroterra culturale specifico ma vengono enunciate soltanto perchè, cacofonicamente, danno la sensazione di esprimere qualcosa di offensivo.

Ma no, ma no, ma no… invece tutto è racchiuso in un oggetto, il simuacro del premio: un cannocchiale.

Non può capire la sensazione del guardare attraverso quelle lenti chi non ha mai letto Wittgenstein, chi non è un filo Lippershey-Galilei-Kepleriano, o non possiede un blog sul Cannocchiale.

Quindi il nostro premier, da uomo semplice qual’è, da bambinone cresciutello, appena ricevuto il regalo lo prova, è più forte di lui, non ne può fare a meno.
Antonio Polito gli si avvicina e gli sussurra nell’orecchio: “Presidente guardate lontano?”, “macché” ha risposto lui, “guardo da lontano”.

Allora il buon direttore si è chinato in avanti per capire se l’oggetto fosse stato inforcato al contrario e se  Silvio stesse suggerendo una metafora dello sguardo storico del presente. Ma quando, poi ha pronunciato la frase  «adesso il Pd ha un leader catto-comunista» tutto è stato chiaro e la metafora si è infranta.

Berlusconi parlava del presente e il riferimento storico era giustappunto riferito a chi di quella storia ne è il fedele conservatore. Il messaggio non era per noi ma per chi vive in un altro spazio temporale, nell’epoca delle cose più semplici: bianco o nero, vivo o morto, cattolico o comunista: questa volta non è stata una gaffe ma soltanto meraviglia (guardate il Re è nudo).

Lo so che adesso state pensando che io farentichi, l’avrei pensato io stesso ma prima, però, di ascoltare la risposta di Franceschini dal vertice del PD: «tecnicamente lui è un clerico-fascista».

Ecco, lui l’ha compreso al volo e gli ha risposto non “per le rime”, come avrebbe fatto chiunque, ma  “per la storia” a cui entrambi si sentono legati.

Franceschini non dice “Berlusconi, invece, è un clerico-fascista” ma usa lo stesso codice e lo sottolinea, con “tecnicamente“.

Che significa tecnicamente?

Berlusconi è o non è un clerico-fascista?

Lo è soltanto tecnicamente ?

Oppure entrambi (Franceschinie Berlusconi) sono qualcosa soltanto tecnicamente ?

Insomma…  son quelle cose viste da un cannocchiale che a occhio nudo non s’apprezzano….

Dove vanno i blog?

Ma dove vanno i marinai
con le loro giubbe bianche
sempre in cerca di una rissa o di un bazar…

In un commento a un post precedente l’amico Antonio mi diceva che Facebook oramai sta affossando i blog. In verità è un’opinione abbastanza diffusa e molti amici hanno la stessa impressione (anche la mia cara prof. aveva gli stessi dubbi).

Io continuo a ripetere che Facebook, in quanto social network, svolge un ruolo diverso e migliore dei blog e se ne assottiglia un po’ lo fa soltanto nella direzione di quelli tenuti in piedi da “curatori estemporanei”.

Probabilmente il blog non è mai diventata una vera e propria moda e questo, credo, sia stata la sua vera fortuna.

Sicuramente il futuro prossimo ci vedrà impegnati in strumenti e sistemi diversi, probabilemnte transcomunicanti  ma angoli del tutto autonomi di gestione credo che difficilmente spariranno. Dunque il terreno del blog può rimanere fertile caratterizzandosi, come del resto stanno già facendo la maggior parte, più per l’approfondimento e la lunga meditazione che per l’aggiornamento pressante di questi ultimi anni.

Se prima bisognava scrivere uno o due pezzi al giorno per mantenere, se non accrescere, la fidelizzazione al proprio blog, oggi questo non è più necessario. Già con gli RSS, con i vari socialnetwork, i microblogging e  iltumblr i compiti e gli spazi del blog si erano via via sistematizzati. Da ambiente di scrittura “generico” a trecentosessanta gradi (con slanci a volte portalistici)  era divenuto, abbastanza velocemente, un luogo di interessi sempre più specifici. Adesso, a maggior ragione, tutta l’euforia da incipit, da chiacchiericcio e da rimbalzo (e tutta la passione per la condivisione) può essere incanalata in Facebook che questo lo fa veramente veramente molto bene.

L’esempio di questa tendenza, all’approfondire, ci viene dai carcerati per i quali curare un blog sta diventando il nuovo modo di comunicare con l’esterno, almeno stando a quel che dice Sam Stanfield.

Insomma, il blog ha lentamente spento il motore e naviga a vela: è più silenzioso, ha meno “nodi”  a disposizione,  fa meno miglia, ma in compenso ci vogliono buone braccia e tanta fatica per farlo andare avanti.

Perdonate la metafora ma mi serviva per ricollegarmi alle parole della canzone di Dalla citata all’inizio e anche per rilanciare la palla ad amici più esperti di me dei quali sarei felice (ma più curioso) di conoscere la loro opinione.

:)