il TGR e gli industriali

Sabato a Capri, al famosissimo Hotel Quisisana (che mi ricorda sempre la gag di Totò), c’era il convegno annuale dei Giovani Imprenditori di Confindustria .
Direte voi: embè ? No, niente… a parte la presenza di un folto gruppetto di politici (Roberto Maroni, ClaudioScajola, Antonio Bassolino, Massimo D’Alema, Roberto Formigoni, Leonardo Domenici, Raffaele Lombardo, Nichi Vendola, Pier Francesco Guarguaglini, Umberto Quadrino, Ermete Realacci) la nota che mi è rimbombata stonata in testa è stato il servizio che ho visto sul TGR di Basilicata.
Mò, dico io, (e come direbbe il nazional-popolare Tonino) che c’azzecca la TGR con questo convegno di carattere nazionale, tra le altre cose svoltosi nella regione Campania ?
La nostra testata regionale era lì solo per poter fare un’intervista di un minuto al presidente degli industriali lucani Martorano ?
Bò…, chiederò lumi a SirDrake quando torna dal viaggio di nozze.

Presentazione di Agoravox Italia

Fare giornalismo partecipativo significa vedere la notizia dal punto di vista del lettore, il quale diventa parte integrante del sistema informativo. Il primo esempio di giornalismo partecipativo in Italia è certamente AgoraVox(a cui modestamente partecipo) che sarà presentato ufficialmente venerdì 3 ottobre alle ore 11.00 presso il Nuovo Cinema Aquila a Roma.

L’ideatore di AgoraVox, Carlo Revelli e il project manager, Francesco Piccinini, presenteranno questo progetto alla stampa, ai blogger e a tutti coloro che credono in un’informazione libera. E sarà l’occasione per presentare la prima inchiesta partecipativa italiana.

Arnaldo Capezzuto, tenace giornalista napoletano, presenterà, infatti, un’inchiesta su: Camorra e Rifiuti. La prima inchiesta partecipativa mai realizzata in Italia, con materiali inediti e testimonianze mai apparse sulla stampa nazionale, a cui hanno collaborato anche “normali” cittadini con contributi scritti, foto e video. Un’inchiesta lunga e complessa, perché AgoraVox ha cercato di ricostruire 18 anni di connivenze. Un puzzle che messo insieme disegna una Campania terra di conquista.

Sul palco anche Pino Maniaci, giornalista antimafia e Giulio Cavalli (attore minacciato dalla mafia), i quali faranno una puntata di Radio Mafiopoli, una trasmissione radio sullo stile di Radio Aut di Peppino Impastato. I cittadini presenti potranno intervenire in diretta e contribuire alla trasmissione. AgoraVox e Pino Maniaci hanno iniziato una collaborazione su un’altra inchiesta che vedrà la luce nel 2009.
AgoraVox Italia vuole essere, e all’estero già lo è, un giornale che tratti le notizie da un punto di vista differente da quello mainstream.
La rivoluzionarietà di AgoraVox è soprattutto nella nuova concezione del ruolo del giornalista. In un saggio sulla comunicazione di qualche anno fa, Giovanni Valentini riassumeva alla perfezione questa idea: “la graduatoria (delle notizie) non la stabilisce più il giornalista bensì il lettore, non più chi produce e fornisce le notizie, bensì chi le richiede e le riceve”. È il lettore che diventa parte integrante del sistema informativo.
Ed è per questo motivo che AgoraVox è aperto a tutti coloro che abbiano qualcosa da dire.

Warnings for internet users

Uno studio dei ricercatori della North Carolina State University dimostra come la gran parte degli utenti di Internet non sia in grado di distinguere un pop-up vero da uno falso (cioè quelli progettati per ingannare gli utenti in download di software nocivi).

Michael S. Wogalter, professore di psicologia alla North Carolina State University, sottolinea come lo studio dimostri “quanto sia facile ingannare le persone sul Web”.

L’inchiesta ha esaminato le reazioni degli studenti di fronte a pop-up veri e a pop-up falsi. Le differenze tra il vero e il falso messaggio sono state così sottili da ingannare ben il 63% del campione, quindi tutte persone a rischio e che potenzialmente potrebbero aprire le porte dei propri computer a software maligni (come spyware o virus).

Stranamente, dice David Sharek coautore dello studio, l’opzione semplice di chiudere la finestra del messaggio, non è stata quasi mai scelta.

Wogalter spiega, infine, che i risultati dello studio sottolineano la necessità di educare gli utenti di Internet ad essere più cauti:

“Siate diffidenti quando si apre un pop-up e chiudete la casella invece di fare clic su OK”.

[via il disinformatico]

Tagging blog posts

Quanto tempo impiega un blogger nell’aggiornamento del blog?

A questa e ad altre domande risponde l’ultima indagine che Technorati ha condotto sulla blogosfera.

Un blogger su quattro impiega circa dieci ore settimanali per aggiornare il proprio blog, solo un 15% impiega meno di un’ora alla settimana.

Mentre la maggior parte dei blogger gestisce da solo il proprio blog, uno su dieci paga un esperto per questo servizio e uno su cinque (Aziende) impiega personale a tempo pieno o part-time.
Secondo i dati di Technorati i blog più frequentemente aggiornati hanno maggiore authority rispetto a quelli con aggiornamenti discontinui.

L’uso dei tag è abbastanza frequente e una classifca stilata a giugno 2008 ne raccoglie i più popolari:
1. News (191.403)
2. Musica (71.531)
3. Video (63.855)
4. Internet (56.849)
5. Blog (56.733)
6. Politica (53.986)
7. Vita (52.805)
8. Business (50.413)
9. video (40.162)
10. Film (36.205)
11. Tecnologia (35.456)
12. Famiglia (34.745)
13. Viaggi (33.172)
14. Sport (31.646)
15. Entertainment (28.413)
16. Software (28.269)
17. Diario (28.499)
18. Follie (28.230)
19. Art (25.852)

Le categorie più gettonate sono, invece: news, musica, video e politica.

Otto blogger su dieci utilizzano il commento diretto sul proprio blog e hanno attivo un feed RSS. Una minoranza inserisce video e foto e aggiorna il blog attraverso dispositivi mobili.

Come un blogger attira attenzione (e visitatori)?

Techorati dice che i blogger sono veri e propri esperti delle risorse che generano traffico.
Le strategie principali sono: “listing their blogs” su Technorati e su Googlee, commentare o linkare altri blog che partecipano a un blogroll o a una blog directory; ma ricordarsi: tagging blog posts” è l’unico modo per essere trovati facilmente. Conta molto anche essere collegati ad altri siti web e avere un buon numero di link in ingresso (i migliori ne hanno in media 30).
Per “fidelizzare” l’utente, il blogger cerca di creare eventi appositamente pensati per i suoi lettori (il blogger conosce il proprio target).

Alla domanda: “avete creato un evento per i vostri lettori ?” il “Corporate blogger” risponde per ill 10%, quello professionale per l’8% e il blogger “Personal” per il 6%.

La stragrande maggioranza dei blogger monitorano le visite alle pagine almeno con cadenza mensile, mentre il 5% non se ne cura affatto. Gli strumenti più utilizzati sono Google Analytics (utilizzato da 2 a 3 blogger), SitemeterStatcounter (da 1 a 5 blogger), il 42% utilizza più di un servizio.